Shopping cartHomeAnnunciStorie di gatti !!!!
     

 

Storie

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In queste pagine troverete alcune testimonianze di persone che amano gli animali in particolare i "gatti", con piccole storie e ringraziamenti alla loro esistenza.

Gli occhi dei gatti sono come un ponte verso un mondo al di là di quello che conosciamo.

La nostra filosofia è:

<< Una casa senza un gatto è solo un domicilio>>.

I cani accorrono quando li chiami; i gatti ricevono un messaggio e te lo riportano.

Divinità, diavolo, strega, santo, stregone, profeta, tentatrice, regina dell' universo, vittima del rogo. Nella storia al gatto è stato attribuito ogni ruolo tranne, mai neppure una volta, quella dell' eroe. Ora finalmente, è il suo turno.

Non abbiate timore, il vostro gatto non minaccerà mai la vostra popolarità nel quartiere cominciando ad abbaiare come un disperato alle tre del mattino. Non assalirà il postino né vi dilanierà le tende del salotto, al massimo si arrampicherà in cima alle tende per godersi una veduta aerea della stanza.

Penso alle strane opinioni che molte persone nutrono sui gatti, ritenendo questi ultimi creature egoiste disposte ad offrire il loro affetto esclusivamente in occasioni che possono tornare a loro beneficio, incapaci di un amore spassionato come quello di un cane, creature assolutamente indipendenti preoccupate unicamente di badare ai propri interessi. Che sciocchezze!! Io ho sentito il muso di velluto dei gatti contro il mio viso o li ho visti con i miei occhi accarezzarmi le guance con zampe dagli artigli scrupolosamente ritratti. Queste sono per mè sublimi espressioni d' affetto.

...non so come ho fatto a vivere per così tanto tempo senza un gatto...

...mi sono innamorata della gatta che abita con me, e anche lei, credo...

...la ringrazio per quello che ogni giorno mi insegna...

EVA

I gatti sono nostri amici ........

loro sanno dare tanto, anche se testardi, a modo loro dimostrano il loro affetto.

Spesso i gatti ti fanno compagnia meglio di una persona ......

.... io, il mio gatto, lo considero come un fratello!

Ti vogliamo bene BRICIOLA!!!!!

TEO e BIA

L'unico animale che amo è senz'altro il gatto
chi ama i gatti non può amare le persone
io ne ho una il suo nome è BERTA

SHARON

Carla è una ragazza di 28 anni, di Cagliari, Biologa e con un amore folle per i gatti da sempre!!

Ha avuto un bellissimo gatto Soriano di nome Umberto che adesso non è più in vita, ma attualmente vivono in casa con lei Sofia e Matilde, sempre due gatte Soriane.

Sofia è stata presa da un cortile in cui c'erano tanti bei gattini, questa micina ha fatto subito le fusa a Carla e quindi si è conquistata una casetta calda ed accogliente!

Oltretutto ,Sofia essendo malata ha avuto bisogno di attentissime cure, non poteva prendere freddo e doveva seguire una particolare alimentazione! E' ormai dal '89 che vive con Carla!

Matilde, invece, l'ha presa nel '92 proprio sotto casa sua, si trovava sopra di un albero ed era in difficoltà a scendere!

Matilde è simpaticissima e molto singolare, mangia come un gatto, ma ringhia come un cane se le si toglie improvvisamente la ciotola. Inoltre quando è contenta sbava proprio come un cane......

Quando la mamma di Carla prepara le fettine di carne sul tavolo, lei puntualmente si mette dietro alle sue spalle perché ne vuole un pezzetto che furbescamente chiede con cortesia poggiando la zampina sulla spalla!

Ma Matilde è una vera mangiona e frega sempre il pasto a Sofia, tanto che deve mangiare separatamente se vuole finire il suo piatto!

Sofia invece è una grande curiosona! La mattina presto urla senza pietà per far alzare le serrande e così poter vedere fuori, infatti il suo sport preferito è saltare dalle verande verso gli alberi sottostanti per poter acchiappare gli uccellini. Peccato che a volte non prende bene la mira e si ritrova giù nel marciapiede a bocca asciutta!!

Se Matilde ha la passione per le fettine di carne...Sofia da buon vecchio gatto adora i pesci e se ogni tanto ne sparisce qualcuno dal tavolo mentre si prepara il pranzo, si sa già che guardando sotto c'è la ladra con il suo bottino!

Matilde e Sofia sono grandi amiche... ma non si conoscono se devono condividere il caldo termosifone nelle fredde sere d'inverno, sono troppo grandi e insieme si sta decisamente male.

Ma è anche vero che sono due grandi coccolone, adorano Carla e si offendono per giorni interi quando lei parte e non le porta con se.

Ogni gatto ha un pò di mistero e magia dentro di se...e anche Sofia e Matide.

Quando Carla studiava, loro si mettevano sempre sulla sua scrivania ed ogni volta riuscivano a coricarsi nella medesima pagina in cui lei stava studiando o leggendo... che birbe!

Ma si sà che i gatti ne sanno una più del diavolo........

Carla

Monia è una ragazza di 30 anni di Tortolì ma che vive a Cagliari! La sua casa di Tortolì è molto grande e lei e i suoi fratelli hanno avuto tanti animali e tante bellissime storie da raccontare!

Ancora oggi Monia ha un bellissimo ricordo del suo gatto Gastone.

Era un  micio che adorava giocare con Monia e la banda dei suoi fratelli e la sua particolarità era che stava a tutti i loro giochi e trattamenti. Si faceva vestire, si faceva portare in giro per la casa con il carrozzino e addirittura in un giorno di sfinimento totale per Gastone aveva accettato persino di farsi battezzare!

Un giorno Gastone ha avuto la brutta avventura di finire sotto la macchina del babbo di Monia e da quel giorno non ha guardato più in faccia nessuno se non Monia che con pazienza lo spazzolava e gli faceva le coccole oltre che interessarsi a darle da mangiare.

Chissà dove sarà ora Gastone...è sparito prima che Monia scendesse a Cagliari ma il ricordo è ancora vivo dentro di lei!

Monia

Maura ,ha 37 anni vive a Cagliari ed ha un bellissimo bimbo di 3 anni che si chiama Federico!

Maura è un gatto!! Ne ha avuti talmente tanti che si potrebbe scrivere un libro per tutte le esperienze e gli aneddoti che ha da raccontare!

Avendo sempre avuto un giardino non ci sono mai stati problemi  per lei ad avere un micio, ed infatti iniziamo a raccontare la sua storia!

Il suo primo gatto si  chiamò Muscita, un siamese che acquistò quando Maura aveva 10-11 anni e che visse per 17 anni! La sua morte è stata una tragedia per Maura che non si è scoraggiata e subito, ha pensato di riempire il vuoto che Muscita aveva lasciato nel suo cuore!

Così arriva Piotta nata in giardino dalla mamma Macchia.

Jasmina invece, è stata una gattina bianchina piccolina che Maura ha preso per non esser ammazzata.

Cesello, è stato un gatto che Maura ha trovato vicino alla chiesa di San Cesello mentre andava al cinema con la mamma.....dopo l'incontro Maura tornò a casa con lo sventurato e la mamma andò al cinema da sola.

Seguono tanti altri gatti come per esempio Epifanio un gattino trovato il giorno della Befana dal padre di Maura, un batuffolino bianco con un canino rotto.

Adesso Maura per motivi di tempo, lavoro e bimbo non ha gatti ma presto un cucciolo arriverà a portare un pò di scompiglio in famiglia!

Maura

Antonio, per gli amici Toi, è un ingegnere di 28 anni che abita a Cagliari ma avendo la casa paterna a Sardara, non molto lontano da Cagliari, approfitta spesso per farsi qualche   week-end  di riposo o di  studio ! Anche a lui piacciono i gatti, ma non ha il tempo per poterli accudire e così lascia questo incarico alla mamma che da sempre chiama tutti i gatti Pippo o Pippa! Toi ha una simpatica storia che lo tiene legato ancora al ricordo della sua maturità:

"Era la fine di Giugno del 1990 e c'erano i Mondiali di ITALIA '90; una notte, prima di un compito, è stato trovato un piccolo micino; la macchina da dove è stato <<tolto>> era parcheggiata a "SA CAPIRIGNA" ( una gelateria di Cagliari con tavolini all'aperto) dove io e i miei compagni eravamo soliti vederci ogni sera.  

Il gatto è stato battezzato da me RANDY perchè quando giocavo a

rincorrerlo sgommava in curva come il pilota del motomondiale Randy

MAMOLA. Me lo sono portato dietro in paese per compagnia perché dovevo stare lì da solo a studiare per l'orale ed inoltre, ormai Randy era diventato la mascotte della classe! Ma finito il periodo degli

esami, io partii per un mese e mezzo .. e quando tornai il gatto non mi

riconosceva più e... soprattutto... mia madre lo aveva chiamato Pippo..

e così.. da Pippo, è durato un paio d'anni mangiando i topolini (e forse

anche qualche gallina) del vicinato di Sardara. Mia madre si ricorda

che è vissuto in paese per almeno tre anni .. fino all'inverno 1992/93."


 

TOI
 

Antonella è una ragazza di Mestre e i gatti sono la sua

più gratificante passione!

Purtroppo lo scorso anno è mancato Alfonso, un gattone adorabile e di inestimabile valore affettivo e oggi, a distanza di un anno lo piange ancora ed è in suo onore che vuole far leggere a tutti la sua storia!

S’incontrarono una mattina di Maggio e da allora nacque una grande e tenera amicizia, come se ne vedono poche tra gli uomini.

Antonella aveva bisogno di qualcuno da amare e fu così che Alfonso divenne per lei uno degli aspetti più importanti della sua vita. Era diventato per lei un gatto piuttosto insolito, non perché fosse di una razza poco comune, egli era infatti un bellissimo persiano dal maestoso mantello nero e con due grandissimi ed espressivi occhi color arancione, ma perché si comportava come una persona.

Alfonso per lei era magico!

Ogni mattina la sveglia che ha sul comodino accanto al letto suona alle 7 in punto tranne, ovviamente, la domenica, ma ad Alfonso nessuno mai gli aveva insegnato che i giorni festivi differiscono da quelli feriali così che puntualmente, meglio di un orologio svizzero, ogni domenica mattina alle 7 Alfonso andava silenziosamente sul letto, si avvicinava al suo viso e, con i suoi baffetti le solleticava leggermente l'orecchio, come se le dicesse: "Su, alzati non è più l'ora di poltrire".

Per lei era davvero un piacere preparare la sua colazione che, fin dall'inizio, aveva ottenuto priorità assoluta. Cucinava così il pollo, glielo tagliava a pezzetti su un tagliere di legno e lui, dopo essere salito su un piccolo sgabello, con la sua zampina le faceva capire che prima di metterglielo nella sua ciotola gradiva un assaggio dalle sue mani. Dopo aver gustato la sua razione se ne andava tranquillo sopra un ripiano che gli permetteva la vista dalla finestra, e con la zampina toccava leggermente e ripetutamente la tenda per farle capire che doveva scostargliela poiché era giunto il momento in cui doveva deliziarsi la vista con i passerotti . Così tutto assorto se ne stava per decine di minuti, se lo spettacolo era interessante, altrimenti se ne andava un po' sconsolato a fare il suo riposino del mattino.

Raramente dormiva come gli altri gatti, affondando la testa nella sua pelliccia, lui era speciale anche in questo, dormiva allungato sul letto di Antonella come una persona.

D'inverno dormivano insieme sotto le coperte ed entrambi con la testa sul cuscino, e lei lo abbracciava come fosse il suo orsacchiotto di peluche; lui immediatamente faceva le fusa e con quel dolce e confortante suono Antonella si addormentava. In quei momenti lei non lo vedeva più come un gatto, era il suo cucciolo, il suo cucciolo d'uomo, il suo bambino, e il suo cuore traboccava d'amore per lui.

Da quando l'ha conosciuto per la prima volta, ha riempito di gioia ogni istante della sua vita.

Antonella ha sempre ammirato il suo carattere libero, fiero e privo di pregiudizi. Lui non si faceva scrupoli, come invece fanno le persone, a dimostrare ciò che gli piaceva fare o meno, oppure esprimere apertamente la sua simpatia o antipatia nei confronti delle persone. Ecco perché è sicura che tutto l'affetto che le ha dato era sincero. Non solo è riuscito con i suoi modi a catturare il suo cuore e le ha fatto capire che dare amore è essenziale quanto il riceverlo.

Tra di loro si era instaurato un bellissimo e speciale rapporto d'amore e di amicizia; quando Alfonso la guardava con quei suoi dolci occhioni riusciva a leggere dentro di lei meglio di chiunque altra persona. Non erano importanti le parole perché bastava che lui la guardasse per sapere, anzi, per leggere la sua gioia o tristezza e, quando era triste voleva sempre andare in braccio come un bambino, appoggiava la sua testa sulla sua spalla e faceva le fusa ed ecco che spariva la tristezza, poi una strofinatina alle guance ed era come se lui le sussurrasse: "Non ti preoccupare, sarò sempre qui a proteggerti".

Invece non fu così, perché adesso lui non c'è più e le manca terribilmente!!! Aveva tanto bisogno del suo calore, della sicurezza che le dava, delle sue coccole. Antonella così ci dice:

<<Dal giorno in cui Alfonso non c'è più ho avuto il bisogno di credere che ci fosse un Dio, lassù da qualche parte, non volevo credere che tutto fosse finito, mi piace credere che Alfonso aleggi ancora tra le mura della mia casa e che, da anima buona quale lui era, ora è diventato l'angelo custode della casa.

Caro Alfonso, non potrò mai ringraziarti abbastanza per le innumerevoli lezioni di vita che mi hai dato, ma so che il tuo amore era puro e sincero così che per me rappresenta una benedizione e un privilegio.>>

Antonella

Ritorno alla Savana

Il giovane ghepardo, acquattato tra l’erba alta, osservava i movimenti di un branco di zebre che pascolava pochi metri più avanti, cercando di localizzare l’animale più debole. Dopo aver analizzato ogni singolo capo, individuò un cucciolo che trotterellava accanto alla madre.

Il ghepardo si leccò i baffi e spostò il peso sulle zampe posteriori, pronto allo scatto. Improvvisamente, come un proiettile, schizzò in avanti lanciandosi in una corsa folle verso il suo bersaglio. In un istante il branco si sparpagliò e in poco tempo il cucciolo se ne ritrovò separato. Il ghepardo si gettò su di lui e gli azzannò la gola. Tempo qualche istante, il cucciolo si accasciò a terra, privo di vita. Il ghepardo lo trascinò all’ombra di un albero per consumare il meritato pasto. Quando fu sazio si arrampicò sull’albero a digerire. Di lì aveva un’ampia visuale del Serengheti, pianura dov’era nato e cresciuto: il branco di zebre si era nuovamente riunito e aveva ricominciato a pascolare e un branco di gazzelle stava per essere attaccato su più lati da 6 leonesse esperte.

All’improvviso, uno stormo di uccelli si alzò in volo e all’orizzonte apparvero 2 enormi camion che giunsero nello spiazzo pochi metri dopo il branco di gazzelle che fuggì rovinando la caccia delle leonesse. Ne scesero 4 uomini: il primo basso e tarchiato, il secondo alto e slanciato, il terzo con una gran pelata e dei baffetti neri e il quarto molto giovane, biondo e muscoloso.

Il ghepardo, che non aveva mai visto né uomini né camion ne fu molto incuriosito, ma non spaventato: avendo un carattere molto orgoglioso, intrepido e spavaldo, l’unica cosa di cui aveva veramente paura era la fame.

Vide che i 4 uomini stavano caricando sui camion molte specie di animali, anche erbivori. Di questo, invece, fu vagamente preoccupato.

La sua preoccupazione si trasformò in rabbia quando vide che, insieme agli altri animali, caricavano anche sua madre. Con immenso furore scese con un balzo dall’albero e si acquattò nell’erba alta; come aveva fatto con il branco di zebre, così fece per quello di uomini: scelse il più debole e lo attaccò. Il malcapitato fu l’uomo basso e tarchiato che, più velocemente del previsto, venne ucciso.

Nacque un trambusto terrificante. Gli uomini cominciarono a sparare contro il ghepardo.

<< Prendilo, Tom! >> fece l’uomo con la pelata al ragazzo.

Ad un certo punto, tra gli spari, si udì un guaito disperato. Il ghepardo si volse e vide sua madre a terra, in una pozza di sangue.

<< Maledizione, Tom! Dovevi prendere il maschio! >> sentì dire dall’uomo alto.

Il ghepardo cercò di fuggire ma gli uomini riuscirono a sparargli una siringa piena di sonnifero. Una volta addormentato, venne caricato su un camion e trasportato nello zoo di Dar es Salaam, una città affacciata sull’Oceano Indiano.

Quando si svegliò, si ritrovò in una gabbia di circa 4 metri per 6 nella quale riusciva a malapena a fare 6 passi. Cominciò a soffiare e a correre di qua e di là cercando di rompere la rete metallica a unghiate e a morsi, inutilmente.

Ad un certo punto arrivò un uomo; l’animale capì che quell’esemplare non faceva parte del gruppo che precedentemente aveva attaccato, nella Savana. Ma si trattava pur sempre di un uomo e il ghepardo aveva imparato che dell’uomo non ci si deve fidare.

Cominciò a soffiare più forte, assumendo un atteggiamento minaccioso.

L’uomo rise.

<< Ehi, amico! Non ti servono tutte queste scene! >>

Tirò fuori dalla tasca del suo giubbotto a righe un piccolo taccuino e prese a sfogliarlo.

<< Sei un osso duro, eh? >>. Emise un lieve fischio << Dieci cc di sonnifero… Mica male! >>

Ora il ghepardo era veramente infastidito dalla calma dell’uomo: gli occhi iniettati di sangue guizzavano sull’uomo, soffermandoci all’altezza della gola; i muscoli sembravano animati da vita propria e si contraevano sotto il pelo corto e lucente; le unghie, sfoderate al massimo, luccicavano al sole del pomeriggio; le orecchie dritte, si curvavano come parabole al minimo rumore; il naso era arricciato e dalla bocca aperta si potevano scorgere denti affilati come rasoi; la coda faceva scatti rapidi che tradivano un grande nervosismo.

<< Uh! >> fece l’uomo, sarcastico << Fai proprio una bella impressione! Ma qui il capo sono io, non dimenticarlo! >>

Detto ciò lo lasciò solo. L’animale non smise, però, di soffiare fino a che non sentì più il minimo rumore. Quando si sentì sicuro che nessuno sarebbe passato di là senza che lui non lo avesse sentito, si sedette e pensò ad un’eventuale via d’uscita.

Divenne così aggressivo che nessun inserviente poteva avvicinarsi. Parecchie volte un uomo cercava di avvicinarsi a lui ma, in risposta, riceveva unghiate che gli procuravano ferite di una profondità non indifferente. Anche il ghepardo, però, fu picchiato duramente e anche dalle sue ferite sgorgava abbondantemente il sangue. La sua aggressività, comunque, era causa di una grandissima paura e da questa sua esperienza imparò che in alcuni casi non è bene essere troppo sicuri di se stessi perché ci sono cose ben più forti.

Ormai la ricerca di una via di fuga si faceva disperata. Il ghepardo, infatti, non dimenticò mai il sapore della libertà: cacciare nella sua Savana era il ricordo più nitido di tutti proprio per la sensazione di potenza che sentiva quando catturava la preda.

Così, quella sera, si nascose dietro un tronco (posto nella sua gabbia per ricreare un po’ l’ambiente) e aspettò l’arrivo dell’inserviente che veniva a portargli il cibo. L’inserviente arrivò e il ghepardo scattò in avanti afferrandolo alla gola. Senza rimanere ad infierire sulla vittima, attraversò la stretta porticina rimasta aperta, verso la libertà.

Proprio davanti allo zoo c’era una stazione ferroviaria e il fuggitivo decise di rifugiarsi in un vagone per passare la notte. Trovò un vagone che aveva la porta scorrevole socchiusa. Vi si intrufolò e si acciambellò in un angolino sul metallo arrugginito. Lì si addormentò e fu un sonno agitato: sognò di rivivere il momento dell’arrivo dei camion, l’uccisione di sua madre fino alla sua cattura. Le immagini si accalcavano una sull’altra, confondendosi per poi riapparire più nitide che mai… Improvvisamente un forte fischio lo svegliò. Alzò il muso, il naso fremente. C’era un trambusto assordante fuori dal vagone. Il ghepardo spiò dalla porta semichiusa: il paesaggio era completamente diverso! Arretrò spaventato. Voleva esplorare quel mondo nuovo ma represse l’istinto: non poteva, c’era troppa gente… Sarebbe uscito quella notte.

Quando fù buio, infatti, il ghepardo uscì nella stazione deserta e la cosa che lo colpì di più fu l’infinità di odori che poteva percepire. Era nella stazione di Mucuyuni ma, naturalmente non poteva saperlo. Udì uno squittio e si avventò su un ratto che attraversava i binari. Aveva patito troppo la fame per dare ascolto al suo orgoglio che lo obbligava a catturare prede ben più grandi e pericolose.

Ricominciò ad annusare avvertendo solo odori sconosciuti. Ad un tratto fu come se qualcuno (e dalla brutalità si sarebbe detto un uomo) l’avesse preso per le narici e l’avesse strattonato. C’era un odore che conosceva: quello della sua pianura, il Serengheti! Cominciò ad inseguire quell’odore, come in un sogno. Riuscì a non perderlo mai; perfino quando dormiva rivolgeva il muso verso quell’odore per non perderlo nemmeno nel sonno.

Passò così i giorni e le notti per parecchie settimane, senza mai mollare. L’odore divenne sempre più forte e il paesaggio più familiare finché arrivò ai piedi di una collinetta. Aveva un aspetto molto familiare, quella collinetta; così, il ghepardo ormai stremato da tante ore di cammino, si costrinse a scalarla.

La prima cosa che vide da lassù fu la testa di un’altissima giraffa. Guardò più in basso e vide un gruppo di leonesse che dava la caccia ad un branco di gazzelle. Sembrava che fosse rimasto tutto come lo aveva lasciato.

Oltre la collinetta c’era una ripida discesa. La stanchezza se ne andò, come ci si libera dello sporco dopo un bagno. Corse giù per quella discesa, più veloce di un fulmine, come solo i ghepardi sanno fare. Era tornato nel Serengheti. Era tornato a casa!
 

Francesca Blasi II A

Le ciglia di un cigno

La risata della mia mamma assomiglia ad uno squittio di animale

Le sue ciglia sembrano ali di un cigno

Ha gli occhi a mandorla che sembrano due zaffiri lucenti

Ha i capelli lunghi e scuri che sembra una savana di notte

Ha le guance morbide come un cuscino di piume

Ha la bocca sorridente, e quando mi abbraccia mi stringe forte forte

La mia mamma assomiglia ad una pianta di rose

 

Alexandro  III B

GIGIA

Oggi, è un giorno molto triste, anche se forse bisognerebbe gioire per aver avuto la possibilità di trascorrere 20 anni, (non è da tutti i gatti!) con questo meraviglioso essere senziente. Nel 1982, una sera mentre mi trovavo con i miei amici in un bar, mi è capitata tra piedi. Era così piccola che non sapeva nemmeno miagolare: Emetteva un personalissimo suono che subito mi conquistò e mi spinse a portare a casa quel piccolo animale. Abitavo ancora con i miei genitori, che immediatamente mi intimarono di riportarla dove l'avevo trovata. Ma la mia nota testardaggine, li fece arrendere. Acconsentirono a trattenerla almeno quella sera. La portai in una stanza da letto ricavata in cantina  e il gioco fu fatto! Non abbiamo più potuto fare a meno di lei. Sulle prima scegliemmo nomi "esotici" tipo Selvaggia (per il carattere), ma mio padre che non si ricorda mai i nomi, iniziò a indicarla con frasi tipo...: " chi ha visto la ....Gigia?" Il nome era un po' ruspante e più adatto a un topo, ma rimase Gigia per tutta la vita. Amava moltissimo le croste di formaggio grana e in 20 anni ne avrà consumati parecchi kg. Era molto indipendente anche se stava sempre in casa, e alternava affetto spropositato ( sembrava una sorta di umanoide ) a momenti in cui non si poteva avvicinare, ma non ha mai confuso un bambino con un adulto. E mentre dai primi accettava tutto o quasi, con gli adulti e gli altri gatti sapeva farsi rispettare.  Sono andata ad abitare da sola e lei, nonostante il tentativo ha preferito restare nell'appartamento dei miei. Essendo molto vicino al mio non ha comportato il fatto che ci perdessimo di vista.  In molti hanno conosciuto la GIGIA, di nome o di fatto, e tanti bambini ormai adulti la portano nel cuore. Adesso però sta' morendo. Negli ultimi tempi come accade ad ogni essente senziente che invecchia, ha iniziato a lasciare questa vita perdendo poco a poco, prima l'udito, poi la vista e questa sera non è più riuscita nemmeno a reggersi. Ora è vicino al termosifone e quello che mi consola è che ancora adesso il ritmo del suo respiro riesce a darmi serenità, in un momento così triste, dove il "mai più"  tende a prendersi tutto. A casa mia adesso c'è CESARE un simpaticissimo gattone rosso di 16 mesi a cui sono già legatissima, ma nel mio cuore rimarrà sempre l'immensa gratitudine verso di Lei che inconsapevolmente (forse) ci ha dato tanto:  < Grazie Gigia da tutti noi! E complimenti per la parte che hai fatto in questa curiosa, misteriosa , sacra esistenza di cui tutti noi facciamo parte! Un bacio. Cristina>

 

Betty

Il 25 aprile 2002 avevo appena 2 settimane quando ad un tratto mi vidi buttata in un cassonetto della spazzatura, dissi fra me e me forse questa è la mia nuova casetta, ma col passare delle ore mi resi conto che mi avevano abbandonata, l'unica cosa da fare era miagolare a più non posso.

Verso le 23:00 sentii dei passi e allora miagolai ancora di più tutto ad un tratto vidi un ragazzo che mi afferra con prontezza e mi dà le prime carezze, mi infilò nel taschino della sua giacca e si avviò, mah, pensai  chissà dove andrò a finire. Mi portò con sè nella sua casa e lui disse< mamma non dire di no>, mi mostrò alla sua mamma e agli altri componenti della famiglia, anche ad un mio simile un gattone grande e dolcissimo di nome Fazy, che devo dire mi ha accettata subito, iniziava a leccarmi e ad annusarmi mah!  tutti in coro esclamarono per la mia bellezza (modestamente), questo stava a significare che avevo trovato la giusta famiglia.

Io in questa famiglia stò benissimo tutti mi amano e io amo loro...ma Tommy è nel mio cuore.

Oops dimenticavo,  ultimamente mi sono divertita un pò e mi sà che tra non molto sarò mamma.

Daniela Crispiano

 

 

IO TAFFY……..VI DICO GRAZIE

Mi chiamo Taffy, ho vissuto 16 anni meravigliosi con i miei amici a due zampe Mino e Patrizia oltre agli zii adottivi Antonio e Teresa dove con loro trascorrevo parte delle mie splendide vacanze nelle campagne parmensi.

Loro erano la mia vita, li adoravo e li avrei difesi di fronte a qualsiasi affronto mostrando denti e unghie.

Tutto sommato ero  sempre un felino anche se in miniatura.

Ho vissuto 16 anni felici accanto a loro, io ero il coccolo di tutti, buono anche se un po’ riservato di carattere.

Un bel giorno la fame ha cominciato a diminuire sebbene venissi sollecitato con vari tipi di cibo non mi andava più di tanto. Ho cominciato a dimagrire….. vorrà fare il modello pensavano Mino e Patrizia. Purtroppo non era così.

Dopo qualche giorno le zampe faticavano a reggermi in piedi ed i miei amici spaventati mi portarono subito dal veterinario che consigliò una cura, delle flebo, un eventuale ricovero.

Con gli occhi li supplicai “non lasciatemi qui….voglio tornare a casa con voi ….. ed entrare nel sonno eterno nella mia cuccia ! ! !

Non servono parole per capire certe cose e fui subito portato di nuovo a casa anche se le speranze di guarigione erano molto lontane. Fui contento ugualmente, vivrò ancora poco ma bene.

La situazione andò peggiorando ed una sera decisero di addormentarmi per sempre, fui felice perché avvenne accanto a loro e ad una veterinaria dolce e carina.

So che avete fatto fatica a prendere questa decisione ma era necessaria e per questo vi ammiro e vi ringrazio anche perché mi avete permesso di andarmene in maniera dignitosa.

Adesso sono come sempre felice, scorrazzo per i prati celesti in compagnia di tanti amici che hanno visto come me piangere i loro amici ma che da quassù li ringraziano ancora per la splendida vita che hanno permesso loro di trascorrere.

Grazie, grazie ancora a tutti ! ! !

MINO

 

GRAZIE ILARIA, DI TUTTO

Sono quindici anni che siamo sempre insieme. Forse solo lei mi capisce davvero e solo io posso capirla. Non e’ una micia socievole, in quindici anni ha rifiutato le carezze di tutti tranne le mie, non si e’ fidata mai di nessuno tranne che di me , ciecamente. Non mi ha mai delusa e spero che neppure io lo abbia fatto. E’ una gatta speciale e qualche giorno fa ho temuto di perderla. Una polmonite acuta le impediva di respirare e lei chiedeva aiuto, ma solo a me. Ha continuato a fidarsi solo di me. E’ stata dura, ma insieme ce l’ abbiamo fatta ancora una volta. Siamo cresciute insieme, abbiamo cambiato casa insieme, piu’ volte, ma lei mi e’ sempre rimasta accanto, le basto solo io e nulla piu’. Non so cosa farei senza le sue fusa, le sue unghiette, i suoi bacini, i suoi occhioni. Non voglio pensarlo. Ilaria ce l’ ha fatta, ancora una volta dorme vicino a me e vorrei fosse per sempre. Grazie Ilaria, di tutto.

BETTY

Ciao a tutti,

sono Betty ho parlato di me qualche mese fa, conclusi la mia lettera dicendo che mi ero divertita facendo un pò di "breack dance". In effetti...... il troppo ballare...... mi ha portato (dopo 63 giorni) tre meravigliosi babies (gattini) che potete ammirare in foto, la nera si chiama Mindy, il bianco e grigio si chiama Taby e quello tutto grigio si chiama Max (per la sua stazza), vi posso dire che sono diventata una ragazza seria anzi una mamma dolce ed affettuosa a tutti gli effetti, sto sempre vicino ai miei tre gattini e li accudisco nel miglior modo possibile cioè vivo per loro, posso tutto questo perché ho una famiglia che ci ama tanto e poi con i babies sono tutti "impazziti" se li prendono li coccolano a volte loro si mettono li e ci guardano ed ogni tanto gli scappa una risata, io li guardo e non riesco a spiegarmi cosa li diverte tanto ? ma!?.........comunque io sono felice perché loro sono felici, da qualche giorno ho ripreso ad uscire di casa, tempo di un giro veloce veloce e poi ritorno dai miei batuffoli, ufff.. come è difficile fare la mamma oggi.

Ringrazio tanto Daniela e Antonio per la loro pazienza che hanno con noi.

 

Betty di Daniela Crispiano TA

 

 

PIKKINO

Questa è la storia di Pikkino, un dolcissimo micio dell'età stimata di circa sette anni e che da quattro anni è entrato la vita della mia famiglia. Vi racconto la sua storia. Allontanato dalla prima famiglia per essersi ribellato graffiando alle molestie di un bambino, non aveva perso ancora  la fiducia nelle persone quando mia flgia lo aveva notato malridotto e sofferente ma affettuoso, che le si avvicinava per cercare cibo e coccole. Un giorno, uscendo di casa, mia figlia lo vide che era stato appena investito da una macchina e piangeva come un bambino. Impietosita, non sentendosi di abbandonarlo, lo portò da un veterinario, il quale lo ricoverò curandogli con grande attenzione la frattura del bacino e della zampetta posteriore sinistra, precisando quando lo dimise che da randagio non sarebbe sopravvissuto, in quanto sarebbe dovuto restare immobile per almeno venti giorni. Fu così che mia figlia lo portò a casa e contro il parere di mia moglie decidemmo a maggioranza di adottarlo anche se era un micio abbastanza bruttino malconcio e zoppetto.
Lentamente Pikkino si è ripreso trasformandosi incredibilmente, riprendendo peso, cambiando il colore e la lunghezza del pelo recuperando in pieno agilità ed energia felina ed è diventato un bel micione che stupisce
chiunque lo vede anche per la sua affabilità. Siamo ancora incerti sulla sua razza che secondo il veterinario potrebbe non essere europea, ma per maggior parte un Armeno o Turco Van.
La bestiola si è dimostrata fin dall'inizio tenerissima ed affettuosa, dimostrandosi adattissimo alla vita familiare, girando tranquillo per casa e soprattutto senza mai fare alcun danno. Non lo abbiamo fatto castrare, ma conteniamo i suoi eccessi ormonali con delle iniezioni contraccettive, perchè, anche se è una scelta costosa, gli consente di mantenere senza problemi la sua integrità fisica e se trovassi una micia con la stessa combinazione di colori, potrei farlo accoppiare per dargli una discendenza. Mia moglie non era abituata al contatto con animali domestici e dopo la contrarietà iniziale, superati sospetti e pregiudizi, ha iniziato ad affezionarsi a Pikkino, il quale ha notato il cambio di atteggiamento e
progressivamente ha stabilito con lei un rapporto privilegiato.
Pikkino segue altri due mici che ho avuto nel corso della mia vita ed amato moltissimo, ma lui, senza cancellare il ricordo dei predecessori, è veramente un micio speciale.

Il nostro amato micio Pikkino, tre settimane fa, dopo una breve ma straziante agonia, è purtroppo deceduto con grandissimo dolore di tutti noi, che tanto l'abbiamo amato fin da quando lo avevamo adottato ridotto in condizioni pietose.

Avremmo voluto dare a Pikkino una adeguata sepoltura in una piccola tomba in un giardino, ma abitando in un condominio in città non abbiamo potuto farlo, nè amici e conoscenti che potevano, si sono offerti di aiutarci.

Non potendo fare altro per onorare la memoria del nostro micio defunto, gli abbiamo dedicato un sito web, dove potremo sempre andarlo a visitare, dove sono descritti momenti della sua vita e anche i suoi ultimi.

www.algarweb.it/pikkino

Alberto

IL MIO GATTONE

Mi chiamo Elisa e sono di Firenze. Vorrei parlare del mio gatto Grisù. Sono ormai 12 anni che lui è con me,da quel giorno di aprile in cui pioveva a dirotto e mia madre venne a prendermi a scuola con questo batuffolino girgio fra le braccia.
Era così piccolo e carino. Sua mamma era morta e anche lui avrebbe fatto la stessa fine se non l'avessimo preso con noi. Io lo chiamai Grisù per il suo manto simile a velluto grigio. Il mio Grisù ha due occhioni verdi e birichini e duie macchie bianche: una sul petto e una sul panciotto illimitato: eh, sì, il mio micione è a dieta da sei anni! Ma a me piace così, cicciotto e paffutello. E io non ho scritto solo per parlare di lui, ma anche per esprimere quanto voglio bene al mio fratellino di zampa.

 

Elisa

MARTINA

Questa e’ Martina  e’ stata trovata abbandonata, cosi chi l’ha trovata l’ha portata dove lavorava Loris, il mio compagno con il quale convivo, ma li la micia doveva scappare tutti i giorni da tre pastori tedeschi, cosi’ un giorno Loris se la porto a casa. E’ restata con noi per sette anni e posso dire che era il tipico gattonane, si perchè era sempre dietro a noi io sono artigiana e lei veniva con me a lavoro e insieme a me seguiva l’orario di lavoro con pausa pranzo e viaggi per consegnare il lavoro finito. Quando se ne andata abbiamo sentito molto la sua mancanza tanto che Loris le ha scritto una poesia.
Questa e’ la poesia di Martina:

              Bestia?

Dannata graffiante esistenza,

di mobili pupille,

soffianti ribellioni.

Muta paziente compagna

Dei miei giorni smarriti,

vissuti con te,sulle mie ginocchia.

Miagolosi lamenti d’attesa,

di cibo,feroce richiesta.

Struscianti felpati passi,

d’impellente famelico bisogno.

Dolci colpi di testa.

Di furtivi momenti d’amore.

Ladra,nel mio cuore,

di coccole affettuose.

Ed attimi di festa.

E adesso che piu’ non sei

Haime’ ti rivorrei!

Ciao Martina.

Catia

Ciao Mindy!

 Ti scrivo per far pubblicare la foto del mio Micione: lui adesso sta molto male ed è successo tutto all'improvviso, in realtà si è manifestato tutto all'improvviso e se mi avessero detto che aveva qualcosa non ci avrei mai creduto: correva, giocava, mangiava, faceva decibel di fusa, andava nella cassetta normalmente, insomma tutto a posto tanto è vero che il veterinario aveva pensato solo ad un po' di stress, ad un momento di apatia, il giorno dopo le lastre e gli esami per scrupolo e i dubbi, altri esami il giorno dopo e la sentenza definitiva. Stiamo provando ad intervenire ugualmente ma lui non reagisce in nessun modo, anzi!

 Vorrei far pubblicare la sua foto come segno del mio amore per lui, come omaggio ad una creatura che anche oggi mi ama incondizionatamente, con la quale ci apparteniamo totalmente e reciprocamente. Forse lui non saprà mai, o forse lo sa già, ma ci terrei a dichiarare il mio amore per lui universalmente. E' il mio ultimo gesto per lui nella sua vita terrena, lo abbraccerò finchè posso, poi lo penserò, lo ricorderò e lo amerò mentre corre nel paradiso dei gatti.

 Questa è la foto e una piccola dedica per lui...

"Dellamamma", 13 anni di amore incondizionato, di appartenenza totale e reciproca, di vita attiva insieme, di sentimenti condivisi, di dedizione completa.

Ester

LA  MIA   COLONIA  FELINA *

Come l' Aurora, piange al mattino
Il suo figlio morto ucciso d 'Achille
Così anch' io, piango ogni giorno
I miei piccoli amici che non ci sono più.
Mi sento più simile a  loro e dissimile ai miei simili
E se qualcuno di essi soffre e muore, mi addolora
Soffre  tutto il mio essere e muore una parte di me.
Amano incamminarsi  dalla colonia- avanti, indietro
A me da presso, nella valle del fiume Aniene
Giocano, si rincorrono, mi fermo, si fermano
Mi muovo, si muovono  qualcuno dei più piccoli piange
Si sente smarrito, lo chiamo, l' aspetto
E  poi  tutti insieme sostiamo su dei massi di tufo .
Seduto, mi salgono sulle spalle, sulle ginocchia,
sulla testa, in un abbraccio continuo, si alternano gelosi
per ricevere un sussurro,una carezza  è una gioia
e il tiepido sole del mattino e della sera, che ci riscalda,
vedendoci gioisce.
                                      Leopold   Persidi  Roma.10-12-2001

*Secondo Premio Letterario Anna  Maria  Salerno
  Roma. Ediz.2001/2002 Sezione poesia


      Testimonianza.

 Arrivano a centinaia portati dalla sorte e hanno quasi tutti bisogno di cure immediate. Piccoli di pochi giorni di pochi mesi o grandi perché feriti o ammalati. Sicuramente hanno fame perché stremati dalle prove che hanno dovuto superare e sopportare fino a prima di scegliermi. Si perché sono loro che scelgono noi, sono loro che scelgono me. Il destino e il loro sesto senso li portano a me, destino che a volte e' rappresentato da una persona o da un bambino e a volte dal caso. In questi anni tutte le cure possibili sono state usate per quasi tutti i tipi di malattie; dal semplice raffreddore alla più letale ed inguaribile malattia. Si perché queste povere bestiole sono sottoposte a tutti i pericoli, non ultimi la strada, gli abbandoni e i cani lasciati anche loro al proprio destino......
Le medicine usate per curarli sono più o meno le solite dagli antibiotici alle flebo per chi si trova in fin di vita , anche le malattie sono sempre le solite : la rinotracheite, la dissenteria, le malattie della pelle, la leucemia la gastroenterite, i tumori etc.
Le malattie sono tante e loro diminuiscono sempre di più, sono sempre più indifesi a tutto ciò che li circonda.
Io rappresentante del genere "umano" come tanti altri li rispetto e mi prendo cura di loro ma i tanti altri "umani" sono a volte causa della loro sofferenza.
L'unico aiuto che hanno e' quello che io tento di dargli come posso..
L'unica cosa sicura e certa che posso dargli incondizionatamente e senza limiti e' l'AMORE.
Credo che il rispetto sia l'unico vero sentimento che tutti noi dovremmo sentire, sotto qualsiasi forma esso si esprima.
Sono un randagio come i miei piccoli amici,mi sento più simile a loro e dissimile ai miei simili; perché emarginato,insultato,aggredito da esseri spregevoli che hanno il dono della bestialità.La loro ignoranza a volte raggiunge picchi di crudeltà inauditi.
Ma è sempre la pietà e l'amore che vince,e si pone come baluardo in difesa di queste povere creature indifese.
Non c'è amore più grande,di quello che si ha,verso questi sfortunati esseri perseguitati. Per un rispetto che debbo a loro li chiamo "Itineranti"e quelli che restano nella mia colonia"Stanziali".E per quelli che muoiono o dispersi ho perso il sonno  e non rimane che un tormentato pensiero e l'angoscia.

Leopold  Persidi e sua figlia Viviana  (Roma-23-07-2003)

 

"Mammina!", io ti chiamavo e tu volavi da me.

"Chi è il gatto più bello del mondo?", io ti chiedevo, e tu, inarcando la schiena e alzando la coda, miagolavi  guardandomi negli occhi.

"Puffi! Amore mio.....", quando ero via te lo dicevo al telefono, e sentivo il tuo verso di gioia mentre con il musetto ti strofinavi contro il  ricevitore.

Eri  e rimarrai il mio AMORE di gatto e qualche giorno fa, dopo una settimana di sofferenza, la veterinaria mi ha detto:."sta morendo"...... ed io che ti ho amato e ti amerò per sempre ho deciso di aiutarti ad andar via senza strazi, perchè era uno strazio la tua boccuccia che si apriva per cercare di prendere l'aria che forse non ti arrivava più. Se ho sbagliato ti prego di perdonarmi....... ma io so che tu non volevi soffrire, perchè la tua vita è stata di gioia, perchè tu eri e rimarrai per sempre la mia gioia.

Con tutto il mio amore, la tua "mammina" Dani.

CAGLIOSTRO: un micione nero splendido, etereo, con un carattere affettuoso,
mai un graffio, mai una pipì fuori posto, più fedele e più intelligente di
un uomo, sempre accanto a noi. Solo una stupida macchina con uno stupido
proprietario poteva ucciderlo: "cercheremo la tua anima in un altro gatto
nero, ma ci mancherai tanto"

Cristiana e Paolo, Monterotondo Roma
 

Anche se ho sempre avuto il terrore per i gatti,  ad un certo punto è arrivata Violet.E' arrivata per caso e, quasi quasi contro la mia volontà.
Violet mi ha insegnato per prima cosa a non avere paura dei gatti, poi anche ad apprezzarli. Il colpo di fulmine però è scattato con Anouche la " bambina "che Violet ha voluto regalarci anche se, per la verità, noi non ne avessimo
fatto richiesta. Anouche è stata anche più generosa della sua mamma e alla fine di maggio sono arrivati Agop ed Hasmig...... Belli da morire!
Ora ho quattro gatti.Non mi sembra male per una che prima ne aveva il
terrore.


Giorgia
 

Da ieri  non vedrò più  GIGI, è volato via! mi piace pensare che l'abbia voluto mia madre che se ne andata sei mesi fà per avere qualcosa di mio lassù. Lei conosceva l'amore che ci univa e ci unisce.
Sono sicura che li rivedrò tutti e due.L'amore non finisce e non si spreca mai.
GIGI è stato mio figlio per tredici meravigliosi bellissimi anni. "Amore della mamma a presto"!!!

Anna.

Fine agosto 2005: durante un week end allungato in Calabria incontrammo il gatto "del destino".
Siamo una giovane coppia di sposini senza figli e decidemmo di recarci in Calabria così, quasi per caso senza alcuna ragione, forse per godere degli ultimi scampoli dell'estate cogliendo l'occasione di un week end "allungato".
Era una domenica mattina e un gatto di appena 25 giorni ci adottò, aveva appena perso per sempre un fratellino e la sua mamma. Mi ricordo la sua totale fiducia in noi, nella sua disperazione confidava per avere salva la sua giovane vita in noi. Lo raccolsi personalmente da un burrone nel quale lo avevano gettato, lo raccolsi che aveva la pancetta piena di vermi e gli occhi cisposetti, era pieno di pulci: lo chiamammo Pulce.
Anticipammo il rientro, quindi il gatto fece con noi circa 1200 chilometri, inizio una stupenda avventura una convivenza fantastica, curammo il nostro amato Pulce che divenne a dir poco fantastico. Era piccolo quindi passo 9 mesi nel nostro appartamento al sicuro, il giorno era condito da tutti i suoi rituali di affetto che venivano ricambiati dai nostri rituali di affetto verso di lui.
Dopo 10 mesi ciucciava le dita di mia moglie (noi dicevamo "latteggiava") mentre con le zampine davanti faceva il pane, con me (il papà) faceva la lotta e i giochi feroci ed andavo fierissimo dei segni che mi lasciava nelle mani.
sembrava andare tutto bene, anzi era tutto troppo bello e la casa era il nostro nido felice.
Domenica 18 giugno per la prima volta Pulce non dormiva con noi!
provammo a cercarlo, a chiamralo ma niente: fu una notte insonne caratterizzata da pensieri brutti.
La mattina successiva accompagnai come di consueto mia moglie in stazione per recarsi al lavoro, io (che sono che svolgo un lavoro autonomo) decisi di prendermi la mattinata per cercarlo: fu penoso vederlo investito, fu penoso pensarlo appena poche ore prima tra le mie braccia che giocava (gli sussurravo: "papi ti vuole bene Pulce"), fu penoso pensarlo in tenerezze (era mammonissimo!!) in braccio alla sua mamma, sto piangendo, la casa si è trasformata in una tomba, ovunque vediamo Pulce, ma Pulce non c'è più! Tutto ciò è ingiusto e tremendo lo vivo come una sconfitta.
Noi vogliamo rendere giustizia a Pulce e faremo sì che la sua scomparsa non sia vana: ci recheremo al gattile per dare affetto ad un altro gatto sfortunato.
Grazie Pulce per averci regalato 10 mesi fantastici..sei stato unico, ti ricorderemo per sempre sicuri che un giorno ci rincontreremo.


LA MIA " BAMBINA"

Ciao mi chiamo Ornella e vivo ad ostia lido dal 1989.

Sin da bambina, ho sempre avuto la passione dei gatti. Ovunque ne trovavo uno, erano guai in famiglia perché i miei non volevano animali in casa. E io giù in cantina a nasconderli finché non guarivano oppure diventavano un po’ più grandi. Avrò raccolto, almeno fino ad oggi, circa 18 gatti.
Nella mia vita, più o meno nel mese di agosto del ’97, è entrata Sisina, una gatta soriana grigia e bianca (con i calzini bianchi).
Naturalmente è divenuta la mia seconda figlia, perché già c’era Daniele mio figlio che aveva 5 anni.
Qualche anno fa’, ‘sta gatta sparisce per lunghissimi 11 giorni, e tutti i miei sforzi per ritrovarla sembravano vani. Girai tutti dintorni del condominio dove alloggio, parlai con tutte le gattare della zona ma della mia Sisina non si sapeva più nulla. Volatilizzata.
Una mattina , era un sabato, mentre ero in palestra, ricevo una telefonata da una gattara che aveva la copia della fotografia, la quale mi disse che la gatta era ritornata ma che dovevo correre ad aiutarla perché era in condizioni disperate !
Una volta presa la gatta, ci accorgemmo che aveva praticamente un occhio orami “marcito” all’interno della testa, la mandibola rotta e una zampina con fratture multiple.
Chissà quanta sofferenza e quale sforzo per riuscire a tornare fin sotto casa nostra !
Probabilmente, disse il veterinario, “la gatta è stata picchiata… poiché girano dei balordi che catturano queste bestiole e poi ci si divertono”.
Oggi la nostra amica sta bene, purtroppo ha perso l’occhio, ma noi le vogliamo tanto bene, e lei è sempre coccolosa  e golosa in più ho la sensazione che quando le parlo lei mi capisca perché fa dei strani rumori gutturali,  come se mi rispondesse.

Viva i gatti !!!!
Se non ci fossero, bisognerebbe inventarli !!!!

Orni e Dani


Mi trovo qui con le lacrime agli occhi a leggere le meravigliose storie dei nostri amici a 4 piedi (mi prendono in giro quando dico che la mia gatta Pepe ha i piedi e non le zampe) perché bene o male pensando alla mia gatta mi ritrovo in molti di questi racconti o la rivedo benissimo nelle foto fatte nelle posizioni assurde che solo i gatti possono assumere.
Comunque .... la mia gatta si chiama Pepe, é nata il 01.01.2001 e per assurdo é un pesce.
Me l´hanno regalata degli amici quando aveva ancora un mese e poco piú. Era un piccolo batuffolo di peli grigi con al collo un mega fiocco rosso. Non avevo mai avuto un gatto a causa di una grossa allergia che mi impediva addirittura di entrare in casa di persone che ne possedevano uno, rischiando di soffocare nel giro di pochi minuti. Ma quando l´ho vista é stato amore a prima vista e senza dire niente a nessuno mi sono imbottita di antistaminici
e via, Pepe é arrivata a casa. Passai una notte d´inferno ma il giorno dopo, con incredulità di mia madre, la mia allergia era sparita, assurdo ma vero.
Da allora siamo inseparabili. Mi sono trasferita in Austria e naturalmente Pepe é venuta con me. Ho aperto un negozio e lei é lí in vetrina, é divenuta una piccola mascot per i miei clienti, che quando non la vedo preoccupati chiedono informazioni.
Vorrei semplicemente narrare piccole circostanze che la rendono "unica":
- il lavoro mi  portava spesso ad allontanarmi da casa per qualche giorno ed il momento in cui preparavo la valigia era un vero spettacolo, io mettevo i miei panni in ordine dentro e Pepe appena mi giravo, mai un attimo prima, entrava e buttava tutto fuori mettendosi lei sugli attenti come a dirmi di voler venire con me
- al ritorno dai miei viaggi era normale non ricevere neanche uno sguardo da Pepe per almeno una ventina di minuti, poi ad un tratto, come una spada che ti trafigge, sentire i suoi occhi puntati addosso, nascosta dietro un angolo e nel momento in cui li incrociavo lei mi correva incontro stracontenta
- sono quasi sei anni che dormo con lei tra le gambe, inutili i miei
tentativi di sfrattarla, quando vede che non é serata aspetta che io prenda sonno per sistemasi al suo posto ed io mi ritrovo come tutte le mattine con 5 kg di gatta che mi impediscono ogni movimento.
 Accidenti, piú scrivo e piú scriverei ma chi ha un gatto sa come  riescono a riempirti la vita con le loro curiositá e assurditá.
Non avevo mai avuto un gatto prima e provavo per loro una certa antipatia a causa dell´allergia che mi provocavano e di certo non sapevo quello che mi perdevo.
Pepe ma anche Fufy, Perla, Pulce, Gigi, Cagliostro ecc. sono unici, inspiegabili, indimenticabili, sono i nostri amici, bimbi, a volte addirittura genitori. Sono tutto.
Pepe, ti voglio un mondo di bene!!!

Perla

Perla è arrivata nella mia vita il 1 settembre del 2003 ,  a solo 50 giorni.. Dopo la laurea i miei amici sapevano che desideravo tanto un gatto e quello è stato il regalo più bello che potesse arrivare nella mia vita....mi ha subito rubato il cuore.
Gatta europea tricolore con pelo a mezza lunghezza, occhi grandi gialli, viso sorridente...... cresce in fretta vive in casa con me e la mia famiglia, papà , mamma e sorella.
Tassativamente in appartamento con balcone a disposizione.. presto diventiamo parte di lei e lei parte di noi. Perla nei suoi soliti rituali, al mattino tante belle fusa per tutti, poi da mio papà per il consueto grattino e riposino sulla pancia di qualcuno.... i suoi giochi sparsi per casa , la sua allegria e vivacità la sera sul divano davanti alla tv e lei che si infilava sempre tra di noi.... gatta molto vitale .
Perla  ( confidenzialmente " micia")il suo nome : perchè è venuta per essere qualcosa di prezioso nelle nostre vite , per regalarci tutto l'amore che poteva e per permetterci di farla sentire la principessa di casa.. ieri 15 novembre è scomparsa a seguito di una crisi respiratoria.... mai dato sintomi fino a 3/4 giorni prima, solita rutine veterinario lastre ai polmoni , visite per diagnosticare che la gatta sembrava in forma forse un po' d'asma.... non so, non sappiamo e forse non sapremo mai cosa è successo davvero.. siamo con l' amaro in bocca, cuore spezzato , senza di lei la casa è vuota, silenziosa.
Stiamo raccogliendo le sue cose e non realizzo ancora che lei non ci sarà più..... ripenso a ieri nell'ultimo momento insieme:mi guardava con i suoi occhioni grandi cercava le mie mani, una carezza..... come se se lo sentisse che non ci saremmo viste più, quasi mi sorride.. voglio pensarla felice nel paradiso dei gatti, voglio ricordarla al ritorno a casa ogni sera quando ci accoglieva con il suo " mao" per dirci " ciao" mentre entravamo dalla porta..
gli abbiamo dato tutto l'amore che avevamo ,sempre,  e lei ci ha sempre ricambiato come solo un gatto puo' fare con il suo amore incondizionato..... con la sua voglia di vederci felici insieme a lei ... la sento ancora , che sia avvicina per strapparti un grattino, che si addormenta con me sul divano... grazia a Perla per essere esistita nella mia vita, perchè come voleva essere fin dall'inizio sei la cosa più preziosa ed inestimabile per me e tutta la mia famiglia.
ciao micia...
 

 Susanna

Il mio gatto Bibì

Ieri un'auto ha ucciso il mio gatto Bibì: 1 anno e mezzo, 5 kg. E' stato felice. ha vissuto poco, ma amato, curato, non castrato e libero.
Mi ha aiutato tanto a sopportare grossi problemi e mi ha insegnato l'amore senza condizioni.
Fra noi c'era un rapporto molto stretto: io ho cercato di rispettare la sua personalità, di non umanizzarlo.
Ho un grande vuoto dentro e nella vita quotidiana. Quasi non riesco a scrivere. E non potrò più avere altri gatti, perché farebbero di nuovo la sua fine.
E' stato sepolto dietro casa, nel boschetto dove lottava. fiero, ardimentoso. Un guerriero.
Come il principe etrusco di cui hanno trovato la tomba a poca distanza.
Mi racconto tante cose per consolarmi, ma per ora non riesco quasi a credere che non appaia al mio richiamo. Mio marito ieri aveva gli occhi lucidi: anche lui l'amava tanto-Lo ha sottratto lui - era  lui, piccolissimo-  da 2 cani. Eravamo in vacanza. L'abbiamo tenuto per 15 giorni in albergo e poi ce lo siamo portato via. L'abbiamo salvato dal veleno, dalle ferite che si era prodotto in zuffe feroci con altri maschi, ma contro la follia umana non c'è stato nulla da fare.
Oggi è toccato al mio gatto, domani potrebbe toccare ad un bambino.


Antonella

Leo e Luna

....ho due micini di un anno circa Leo e Luna....
Sono entrati nella nostra famiglia circa un anno fa....
Storia tristissima..mio padre morto improvvisamente, ci siamo trasferiti in quella che per lui doveva essere la casa dei sogni..una villa in mezzo alla campagna...

Dopo la sua morte un pò perchè i topolini si facevano spesso vivi, un pò perchè mia mamy si sentiva molto sola, Leo e Luna, dopo essere stati trovati nel campo adiacente (abbandonati da uno sconosciuto) hanno iniziato a far parte della nostra vita..

Dopo 4 mesi Leo è scomparso...
Immaginatevi..disperazione più totale..
Ebbene ieri sera, A DISTANZA DI BEN 5 MESI, è ritornato da noi, con il suo miagolare inconfondibile...Non so come, ma sono convinta che veramente i gatti siano dotati di un sesto senso, e che per l'amore che nutrono per il padrone riescono sempre a ritrovare la strada.

Leo e Luna non possono di certo rimpiazzare o sostituire l'amore di mio padre, ma ne danno altro, diverso ma comunque sempre profondo....
 


Ilaria
 

IN MEMORIA DI EROS

 DIO mi ha esaudita in tutto: 20 anni fa’ quando morì Eros 1°, troppo bello, troppo giovane, aveva solo 3 anni ed era uno scapestrato; io ero disperata, nonostante avessi Morris non riuscivo ad accettare la sua scomparsa perché avvenuta assurdamente e prematuramente. Chiesi a Dio farmi trovare un gatto uguale-identico a lui per colmare quella mancanza, e come d’incanto dopo circa una settimana lo trovai: uguale nel colore, nelle sembianze, maschio anche lui, un po’ meno bello di Eros 1° ma dolce e piccolo e lo presi subito. Anche lui Eros, anche lui accettato e coccolato da Morris che gli fece da papà.

Mai un colpo di testa da gatto, mai rotto niente, mai un dispetto, un graffio, da subito dolce, buono e mansueto; mai salito su una ringhiera, su un balcone, mai. Però finché ci fu Morris io lo trattavo da “secondo”, perché Morris era arrivato prima, era quello che da me riceveva più attenzioni; ma Eros si ritagliò i suoi spazi e non mi fece mai pesare il fatto che io lo trattavo da secondo. Poi un giorno, dopo 13 anni Morris sparì nel nulla ed Eros avvertì la mancanza, lo cercava e miagolava ed io provai una gran pena nel vederlo così.

Presi un altro gatto di circa 1 anno, Isidoro, bellissimo ma selvaggio ed irrequieto, pensando di farlo contento ma si rivelò un disastro: Eros iniziava ad essere vecchio e non riusciva a difendersi e così prese tante di quelle botte da Isidoro che era giovane e forte, che voleva predominare. Mi detti tanti di quei pugni in testa per quella scelta: Eros soffriva ed io non sapevo cosa fare, ormai a chi lo davo Isidoro? Si stava abituando a stare con noi...

Poi un giorno Isidoro si sentì male, lo portai dal veterinario che diagnosticò una malattia incurabile che l’avrebbe presto portato via.

Aveva circa 5 anni, lo trovai una mattina sotto il letto di mio figlio quasi morto con la testa a penzoloni, apriva ancora gli occhi ma non ce la faceva più. Portato dal veterinario, soppresso, disperazione totale, proprio ora che si era ambientato, era giovane, non era giusto. Ma guardai il lato positivo: ad Eros non mancava affatto e così decisi di dedicarmi anima e corpo a lui, l’Highlander che me li stava seppellendo tutti e che nonostante le umiliazioni e primi acciacchi era sempre lì: buono e dolce, paziente, mai un lamento, mai una reazione brusca, niente.

Non stava molto bene Eros: qualche anno prima aveva avuto un blocco renale che non gli fece più funzionare un rene, era magrolino, sembrava che anche lui da un momento all’altro se ne andasse, in fondo aveva quasi 16 anni. Poi, nel 2004, cambiammo casa e improvvisamente la rinascita: cominciò di nuovo a star bene, a mangiare di più, a ingrassare; era diventato bellissimo, non credevo che la nuova casa gli facesse così bene. I suoi ultimi 3 anni forse migliori della sua vita...

L’anno scorso, a febbraio ebbe un improvviso peggioramento della salute: lo portai dal veterinario, altro blocco renale in corso, bombardamento di farmaci, se non reagiva a quella cura non si poteva fare più nulla. E invece reagì molto bene. E qui la seconda richiesta a Dio: “Ti prego... lasciamelo ancora per un anno...” e Dio mi ha accontentata sino alla sera  del 4 gennaio 2007: erano giorni che faceva fatica a mangiare e ad ingurgitare qualsiasi cosa, aveva una brutta infezione alla bocca che aveva generato del pus e non guariva più. Io lo imboccavo con gli omogeneizzati, lui leccava il cucchiaino, la fame mi sembrava ci fosse. Ma la notte, mentre dormiva aveva preso a farsi la pipì addosso – brutto segno – di giorno però nella cassettina ci andava... e in quella stessa cassettina però si rifugiava sempre più spesso e ci stava delle ore, come impaurito. Ed io avevo iniziato per troppe notti a sognare Morris che si aggirava in casa mia...

Una mattina, mentre Eros era in braccio a me gli dissi: “Eros, Morris ti sta chiamando, credo che tra un po’ verrà a prenderti...”

Stava male  Eros, si lamentava, un miagolio strano e angosciante, non mangiava e non beveva più da due giorni ormai; la telefonata al veterinario che confermava che ormai non si poteva proprio più fare niente ed era meglio “aiutarlo” perché stava solo soffrendo. Mio marito ed io che cercavamo ancora un’alternativa per non prendere quella brutta decisione. A provare a metterlo in piedi per vedere se si reggeva, sembrava così ma poi cascava e si sdraiava su un fianco. Era stanco Eros, stanco di soffrire. E allora via, “aiutiamolo” a morire...

Perché Dio non ha esaudito l’ultima mia richiesta? Quella di farlo morire naturalmente, era meglio, almeno non avevo sensi di colpa.

Era bello il mio Eros: il gatto più buono e più dolce che ho avuto in questi 25 anni.

Una strana sensazione dopo questa esperienza: di solito quando ti muore una bestiola cerchi subito il rimpiazzo, per me ora non è così. Non ho più voglia di avere gatti, anche se li adoro. Continuo a pensare a Eros che mi ha dato così tanto senza chiedere mai niente. E’ proprio per questo che non voglio sostituirlo – almeno non adesso – se un giorno dovessi avere un altro micio dovrà essere un’altra storia.

Chi non ha o non ha mai avuto animali non può capire: tutte le nostre abitudini, il nostro rito della colazione al mattino, lui che mi aspettava dietro la porta seduto lì quando rincasavo, la cena e dopo le coccole davanti alla TV... Mi manca tutto, mi sento vuota, la casa è vuota. Eros, l’ultimo di quattro, il più longevo, una serie durata 25 anni.

Mi piace pensare che Morris quella sera era lì sul Ponte dell’Arcobaleno ad aspettarlo, pronto ad accoglierlo come quando lo tirai fuori dalla scatola 20 anni fa’ e lui cominciò ad annusarlo e a leccarlo tutto.

Siate felici insieme ma vi prego: venite a trovarmi in sogno ogni tanto. perché io vi ho adorato tantissimo...

Con amore.

Nadia

Mao e Bruttissimo

..................... due dolci gatti che qualche cuore di pietra ha avvelenato...loro sono sempre nel nostro cuore e vivono nel ponte dell'arcobaleno come tutti gli animali che non ci sono piu'......

Beatrice F


   

Zampa e Fiocco

vorrei parlarvi della mia storia:
mi chiamo rita e, nel settembre del 2006 avrei dovuto sposarmi con il ragazzo che amavo e che forse amo ancora, CON CUI STAVO DA da ben otto anni, purtroppo però lui non si è sentito pronto e...quattro mesi prima del nostro matrimonio ci siamo lasciati...
mi è crollato il mondo addosso....piangevo continuamente, ero disperata, ho pure pensato di farla finita...ancora ricordo che tutte le sere guardavo fuori dalla finestra e gli auguravo buona notte...
un giorno del mese di giugno però una gattina che stava sotto casa mia, nel cortile...(l'avevamo chiamata chicca)si è presentata con due cuccioletti adorabili, uno (zampa)tutto grigio  e uno (fiocco)tigrato  come la sua mamma.
Ci siamo presi cura di loro io mio papà jennifer e sharon, due bimbe uniche che abitano nel mio stesso pianerottolo... quando ci vedevano da lontano correvano come due matti verso di noi e po la sera davano spettacolo...si ricorrevano e giocavano insieme.
verso il mese di settembre chicca sparì ma fiocco e zampa restarono; pensate che fiocco mi aspettava la sera alle nove e mezzo puntuale (io a quell'ora tornavo da lavoro) davanti al portone e metteva in funzione il super "fusamotorino" ogni volta che mi vedeva...
che dirvi, una sera affacciandomi dalla finestra dissi "notte fio, notte zampetta" strano ma non dissi buonanotte al mio amore perduto...e fu allora che capì che quei due gattini mi stavano aiutando a guarire e a vedere la mia vita in modo diverso.
dopo qualche mese sono andata a vivere da sola e ho deciso di adottare fiocco mentre zampa rimase fuori. zampa è un certosino! (da una gattina europera sono venuti fuori un europeo bianco e un certosino! che stranezza la natura!) zampa sembrava forte e pensavo potesse farcela ma un giorno di febbraio jennifer mi chiama e mi dice che zampa respira male....dopo qualche giorno lo portai di corsa dal veterinaio che mi disse che aveva il diaframma rotto! (forse una macchina oppure qualche "umano" lo aveva bastonato..qusto non lo possiamo sapere) stava per morire.
"eutanasia????"
non ce l'ho fatta!
lui e fiocco avevano fatto troppo per me!!
....era in fin di vita e non respirava bene così abbiamo deciso di farlo operare (ci siamo detti: fino all'ultimo noi ci proviamo!!!)
ringrazio ancora oggi i medici della clinica veterinaria di messina che dopo tante peripezie e un intervento delicato ma riuscito, ci hanno restituito il nostro zampetta che adesso sta bene e che sembra essere tornato il bel certosino forte di sempre.
volevo solo aggiungere che io non amavo i gatti, che ero una di quelle che preferiva i cani...pensavo che i gatti fossero solo degli opportunisti....e poco fedeli...
oggi voglio dirvi che mi sbagliavo e di grosso e che stamattina il mio FIO mi ha svegliata con tanti bacini ed è adorabile quando mi salta sulle gambe per farsi prendere in baccio come un bimbo, lui è diventato troppo importante e non so come farei senza tutte quelle coccole che mi fa la mattina.
Zampetta ora sta a casa di mia mamma però lui è sempre un po più diffidente beh, non lo biasimo visto che ne ha viste davvero tante.
avvolte penso che mamma chicca fosse un angelo e che fio e zampetta fossero stati lasciati da lei per prendersi cura di me, per farmi tornare a sorridere. in ogni caso grazie mamma chicca ovunque tu sia.
Vi mando una loro foto....direste mai che sono figli della stessa gattona?

Rita
 

Betty

...........tempo fà scrissi una bella storia sulla mia gatta.......di quando fu trovata, ora mi accingo a scrivere la fine della mia bellissima gatta......il suo nome è Betty 

Allora come iniziare........

 purtroppo iniziamo male perchè mentre scrivo le mie lacrime bagnano la tastiera....ma cercherò di scrivere.

 Betty la nostra amatissima gatta, ieri sera alle 23.30 si è spenta, causa vescica spappolata da un calcio di balordi (bastardi) !!!!

 Posso dire che se ne andata in silenzio noi dal canto nostro l'abbiamo soccorsa e dato il meglio delle cure ma evidentemente non è bastato....comunque, gli siamo stati vicini fino all'ultimo momento....se ne andata sapendo che la sua famiglia era lì con lei.........Ciao Betty da tutti noi in modo speciale dal tuo Tommy, ti ricorderemo sempre così bellissima!!!!!!!!!!!!!

Grazie

Betty di Daniela Spataro

Crispiano (TA)

 

Camilla

Camilla era la mia gatta che per quasi 15 anni mi ha scaldato il cuore, con il suo amore silenzioso e sempre presente. Improvvisamente ha cominciato a stare poco bene, pensavo che fosse uno dei soliti malesseri che in pochi giorni passano, forse mi illudevo che lei non dovesse mai invecchiare o morire. Però non migliorava, così, dopo una settimana l'ho portata dal veterinario. Una radiografia ha evidenziato che i polmoni erano pieni di liquido. Forse il cuore era malato. Mi ha dato la cura, doveva rivederla dopo 4 giorni, invece la sera stessa è morta. Era il 27.01. 07. Io non so rassegnarmi perchè invece di rimanere tutto il pomeriggio insieme a lei, sono uscita per le compere. Il suo grande amore meritava come minimo che io le facessi coraggio nel momento della sua morte. Non so darmi pace. Avrei dovuto immaginare che stava per morire, vorrei averla coccolata un'ultima volta e guardare ancora i suoi occhi che mi guardavano con amore e farle vedere per ultima cosa il mio viso e sentire la mia voce. E mi manca tanto. Mi manca quando torno a casa e  lei non mi viene più incontro con  la sua coda ritta per le scale, mi mancano i suoi mezzi miagolii quando dormiva e io mi avvicinavo piano a svegliarla, mi mancano le sue testatine sulle gambe ed il profumo del suo pelo quando la baciavo sulla testina. Mi mancano i suoi  sguardi pieni di amore. 

Io adoro i gatti e lei aveva tutto quello che io adoro nei gatti. Non potrò mai dimenticarla, sarà sempre nel mio cuore. Grazie Camilla per avermi fatto conoscere per così tanti anni un bene così grande e così bello. Ciao pelosetta, spero di ritrovarti un giorno.

Anna    

Micco

Micco è arrivato a casa nostra a maggio del 2005, più o meno un anno dopo in cui ho perso il bambino che aspettavo e dopo che sono stata molto male con la depressione, aveva circa un mese era un batuffolo di pelo bellissimo e indifeso. Da quel giorno sono passati due anni Micco è cresciuto ed è il secondo amore della mia vita dopo mio marito che lo adora. Micco  non è un gatto come gli altri ( certo ognuno dice cosi del proprio) io lo considero e lo tratto come un figlio lo adoro e senza di lui mancherebbe una parte di me anche per mio marito (che di gatti non ne ha mai avuti) credo sia la stessa cosa, è la cosa più bella che il Signore mi ha mandato, i suoi occhi sono cosi espressivi, vivi, il suo comportamento con me è proprio quello di un bambino con la sua mamma, anzi meglio, io gli do da mangiare il più delle volte perché non lavoro, gli pulisco la lettiera, me lo bacio anche sulla bocca e me lo prendo in braccio coccolandolo e ci parlo tanto.

Questo per tutte quelle persone sfortunate (colleghi di mio marito)  che hanno detto che chi  ha un gatto e lo tratta come un figlio è perché non possono avere bambini, questo non è vero perchè io i figli li posso avere, ma anche se non avessi potuto le cose non sarebbero state diverse. Io adoro il mio gatto, il mio piccolo, e potrei morire per lui perché lo amo troppo e gli voglio un mondo di bene.

 Emanuela 

Ciao a tutti.

Questa è la mia storia, quella di una ragazza che fino al 1992 aveva una tremenda paura dei cani e dei gatti, perchè da piccola era stata assalita da un vivacissimo boxer ed era stata graffiata da qualche felino un pò geloso dei suoi padroni.

Tutto è cambiato il 4 giugno 1992 quando in casa è arrivato Pitty, un bel gatto bianco di razza comune, che è diventato il mio compagno di giochi, di studio, di amore e di crescita verso l'età adulta. Pitty ha vissuto con me tanti momenti di vita belli e brutti, ha condiviso gioie e dolori dandomi un affetto smisurato e chiedendo in cambio solo un pò di cibo, qualche energica spazzolata per eliminare il pelo in eccesso e qualche uscita sul balcone di casa a godersi un pò di sole. La sua presenza era silenziosa eppure bastava a riempire ed a rendere viva la casa. Per certi aspetti sembrava un cane: aspettava il rientro dei componenti la famiglia davanti all'uscio e a modo sua faceva capire le sue necessità. Per stare accanto a lui sono arrivata persino a negarmi delle vacanze e a fare delle rinunce, senza mai provare rimpianto per questo.

Nel 2001 mio fratello ha deciso di prendere un labrador di nome Birillo, che è ritratto nella foto. Per certi aspetti, leggendo e ripensando a Marley, mi ritengo fortunata: al di là di qualche mobile e sedia rosicchiata, Birillo non ha combinato grossi guai. A pochi mesi faceva i suoi bisogni su un giornale posto accanto al wc: insomma, anche lui ha imparato ad andare in bagno! per poi passare alla comune strada cittadina. Certamente a quasi 6 anni di età è ancora vivace e per certi aspetti matto, specie da quando è nata la piccola Giulia, nei confronti della quale nutre una vera e propria predilezione avvicinandosi alla culla al minimo gemito.

Pitty e Birillo erano amici a modo loro. Perchè erano? Purtroppo Pitty oggi non è più con noi: un male incurabile ce l'ha strappato il 26 settembre 2005, quando mio padre, di fronte alla seconda e terribile crisi respiratoria del gatto, ha deciso di farlo addormentare per sempre. Non so quanto abbiano sofferto mio padre e mio fratello nel portare via Pitty dalla sua casa... ma credo che lui abbia capito qualcosa, perchè nello studio della veterinaria ha rivolto un ultimo miagolio di addio.

In me c'è tanto rammarico per non essergli stata accanto nei suoi ultimi momenti di vita, ma del suo allontanamento sono stata avvisata a cose fatte. Un pò sono arrabbiata con i miei familiari, un pò li ringrazio per aver evitato momenti dolorosi a me, che più di tutti ero affezionata a quel gattino.

Dopo la sua morte ho cercato di reagire, ma sono caduta in depressione. Nessuno riusciva a consolarmi e neanche pensavo a riprendere un'altra bestiola, fino a quando mio marito non ha insistito vedendo che la mia situazione psicofisica non migliorava.

Così il 12 maggio 2006 è arrivato Tiba, un felino rosso tigrato, che, diversamente da Pitty, è tutta frenesia, vivacità e corse a rotta di collo per il corridoio. Eppure ho ritrovato quel nonsocchè che solo gli animali ti sanno dare e sono tornata a sorridere e ad apprezzare anche i ciuffi di pelo che svolazzano per la casa.

Tiba non sostituisce Pitty nel mio cuore, ma contribuisce ad arricchirmi la vita e a rendermi migliore, perchè il suo affetto è davvero incondizionato. E poi mi fa ricordare i momenti belli che ho vissuto con Pitty, anche quell'ultimo che la depressione aveva cancellato: un paio d'ore prima del suo allontanamento, Pitty mi ha chiesto aiuto con i suoi dolci occhi chiedendomi di avvicinargli il suo cestino preferito, perchè da solo non riusciva ad andare a sdraiarsi. Questo è stato il suo personale addio a me... e non lo dimenticherò mai.

Non so che cosa il futuro ha riservato a me ed ai miei amici Birillo e Tiba, ma so che senza di loro e senza Pitty la mia vita sarebbe stata e sarà un pò spenta.

Posso consigliare a chi ha perso un amico a quattro zampe di andare in cerca di un nuovo amico, non perchè quello nuovo sostituisca quello vecchio, ma perchè, come dice John Grogan nel libro "Io & Marley", "gli amanti degli animali sono una speciale razza umana, generosa di spirito, piena di empatia, forse un pò incline al sentimentalismo e con cuori immensi come un cielo senza nuvole". Credetemi, senza uno di questi amici le nuvole oscurano il cielo di questa speciale razza umana... ma il sole deve tornare a splendere su essa.

Roberta 

 

Fufi

Un peluche bello vivo eri tu per me,

mio dolcissimo Fufi,

sei chili di tenerezza

E mi manchi, mi manchi...

E' puerile, lo so, alla mia età.

 Ma eri ancora un leganùme

coi miei Cari scomparsi:

l'illusione di riviverne

i tuoi anni con Loro.

    Nel libro dei ricordi,

   piccolo caro amico

   è scritto anche il tuo nome!

 

Fufi

Ciao sono Eleonora,
vi racconto la mia storia con la mia bellissima micina, che purtroppo qualche settimana fa mi ha lasciata. Un giorno due amiche di mia sorella si presentano con una splendida micina, affettuosissima, dall'aspetto sembrava avesse circa sei mesi, dicendo che l'avevano trovata per strada ma che non potevano tenerla, così io mi sono rifiutata di riportarla sul luogo del ritrovo e ho deciso di tenerla, anche contro il consenso di mia madre.
Lei si chiamava "Mima", era la mia Mima, mi faceva sempre le coccole e ogni volta che la accarezzavo mi faceva le fusa.
Lei dormiva con me nel mio lettone e ci scaldavamo insieme sotto le coperte, era bellissimo dormire con lei, la mattina presto iniziava a miagolare perchè aveva fame, ma non mi importava se dormivo poco, l'importante era stare con lei e farle tante coccole perchè le meritava proprio.
Qualche volta la lasciavo andare fuori, in quanto abito in campagna e ho un piccolo giardino che purtroppo è vicino alla strada.
Ogni volta che ce la lasciavo avevo paura che le succedesse qualcosa e infatti lo scorso 12 luglio sono tornata a casa da lavoro e non l'ho vista, di solito lei appena arrivavo con la macchina mi veniva vicino e appena aprivo lo sportello mi faceva le fusa. Così ho iniziato a cercarla dapertutto fino a quando mio zio mi ha dato la brutta notizia: la mia Mima era finita sotto una macchina. Mi sono sentita morire, è come se qualcosa che era dentro di me se ne fosse andato per sempre, forse ho sbagliato lasciarla fuori da sola ma credevo che le facesse bene stare un pò tra la natura anche perchè dentro l'appartamento fa molto caldo.
Ho avuto anche altri gatti ma lei era una gattina speciale, avevamo subito instaurato un rapporto di amore, ero io che mi prendevo cura di lei, mi preoccupavo di farla mangiare, di spazzolarla, di tenerle la lettiera pulita, di portarla dal veterinario e che non le fosse mancato nulla, era la mia "bimbetta". Il nio primo gatto si chiamava Tino, era un gattone bianco ma lo ricordo poco, poi è arrivata Penelope che stava sempre in casa con me e quando studiavo mi si accovacciava sempre sulle gambe o sopra i libri, anche a lei ho voluto moltissimo bene, poi ho avuto un gattino bellissimo bianco e nero che purtroppo è finito sotto una macchina e un gattino tutto tigrato che se nè andato perchè era malato. Ora ho un gatto che si chiama Mimotto, perchè è molto grande, che però sta sempre fuori.
Non so cosa darei per tenere ancora una volta tra le mie braccia e farmi coccolare dalla mia Mima, ma purtroppo so che questo non sarà possibile, spero soltanto che lei ora stia bene e che un giorno la potrò rivedere...chissà!!!

Ciao Mima, sarai sempre nel mio cuore. Grazie per tutto l'amore che sei riuscita a darmi.

 

Sissi

Il 25 agosto 2007 e venuta a mancare l'amore della nostra vita ,Sissi ,una splendida gatta di 17 anni un incrocio di gatti ma per me la più bella  del mondo la vogliamo solo ricordare con immutato amore,tutto quello che lei ci ha dato e che le abbiamo ricambiato,arrivederci nostra piccolina pelosa.
 

Claudia e Fabrizio

MEGLIO ESSERE GATTO?

Gaetano Barbella

«Il geometra pensiero in rete»

Non si creda che per i gatti
si arrivi a tanto in casa mia.
Il buon Romeo della foto
infatti, è stato lesto a profittare
del mattutino desco, non suo.
Nulla di grave, anzi ilarità
non senza una foto ricordo,
ma poi un comando, e via!

Pensare che per simili fatti
in altre “case” s'accendono
questioni per altri “Romeo”.
Ma questi non son gatti.
A loro, non resta che ritornare
alle lontane case natie
e bere negli stagni insalubri.
Or dite, questa bimba
vale più di un animale,
con tutto il rispetto?

 

 

Ciccio

Lui è il mio cucciolone Micio!Una sera papà tornava dal lavoro, apre lo sportello della macchina per scendere quando un piccolo tenero micio entra subito in macchina…Papà conoscendo la sua bimba decide di portare a casa quel micino solo per pochi minuti…..........
Io stavo guardando la tv quando sento aprire la porta mi giro per salutare papà e lui allo stesso tempo mi dice “guarda cosa ti ho portato!”. Un colpo di fulmine…C’era un solo problema…mamma non amava per niente gli animali…Ma con un po’ di furbizia convinco i miei genitori a tenere quel micino fantastico per una settimana. Una settimana indimenticabile…Quel gattino era favoloso, mai sporcato in giro per casa, poi era un giocherellone tremendo!Passa una settimana…guardo mamma…e lei “Non possiamo abbandonarlo ora, bisogna tenerlo e poi non ha combinato nessun danno…è pure educato!”.
Ma che nome mettere al gattino?!?!MICIO!!!!E poi si era già abituato e questo nome!!!
Era dispettosissimo…tranne che con me!In fondo dormivamo insieme con tutto che mamma me l’aveva severamente vietato ma noi ci siamo fatti furbi allora lui aspettava ai miei piedi da finto addormentato finchè mamma si metteva a letto e poi saliva piano piano sulla mia pancia facendo le fusa e così ci addormentavamo…Se durante la notte qualcuno si svegliava per andare a prendere un po’ d’acqua in cucina lui si metteva zitto zitto dietro la tenda e faceva gli “agguati” ai piedi…Oppure se nel rigirarsi nel letto si muovevano troppo i piedi lui correva subito a giocare lì…alle 2/3/4 di notte coi piedi di mamma e papà!
Con me invece si comportava da vero principino azzurro…Un pomeriggio d’inverno avevo i piedi gelidi e ero anche un po’ triste allora lui si mise sui miei piedi per riscaldarmi e appena i miei piedi si scaldarono venne vicino a me facendo le fusa…Devo ammettere che anch’io l’ho viziato un po’ troppo…Per esempio a lui non piacevano i bocconcini di pollo (voleva solo manzo)però se io l’imboccavo mangiava tutto…allora io mi mettevo seduta per terra e lo imboccavo piano piano, un bocconcino per volta…

Quando ci mettevamo in terrazzo con la tenda abbassata lui correva subito e si metteva sopra la tenda aspettando che io giocassi con lui…Si divertiva tanto quando con le dita grattavo da sotto la tenda e se per caso smettevo per un pochino faceva spuntare subito la testolina al lato della tenda come a dire “e ora?!non giochiamo più?!dove sei andata a finire?!”.

Poi è cresciuto… E’diventato adulto e come tutti gli adulti ha cominciato a chiedere d’uscire…Si metteva davanti la porta miagolava e dava le zampate sulle chiavi…Così costretta e impietosita dal suo sguardo ruffiano l’ho lasciato fare…Andava in giro e poi quando si stancava tornava a casa, se trovava il portone del palazzo aperto saliva da solo e si metteva a miagolare per aprirgli la porta di casa…Se lo trovava chiuso e magari allo stesso tempo in cui lui stava lì arrivava qualche vicino, loro citofonavano ci facevano sapere che il nostro Micio stava lì e allora a me toccava o scendere o chiamarlo da sopra perché altrimenti non saliva con altre persone senza il mio “permesso”. Oppure capitava che non trovava nemmeno i vicini allora si metteva sotto al balcone- io abitavo al terzo piano-e cominciava a miagolare…Invece quando uscivamo anche noi ci aspettava tranquillo dietro qualche pianta sotto casa e appena ci vedeva ci veniva incontro…
Lo consideravo un fratellone, visto che io sono figlia unica, e allora lo prendevo in braccio e ci parlavo, gli raccontavo tutto quello che mi succedeva…Una volta ricordo che l’ho preso in braccio mentre lui dormiva e parlando parlando lui che fa?!mi mette la zampina sulla bocca come a dire “stai zitta, basta ti prego che voglio dormire” e si rimette a dormire…Era davvero un tenerone il mio Micio…Il 2 dicembre 2000 si ammala, comincia a rimettere, non si regge più in piedi e per non farsi vedere si nasconde sotto i letti così io decido di portarlo ad una clinica veterinaria dove mi dicono che ha una grave infezione ai reni…Il 7 dicembre 2000 il mio Micio diventa un angioletto…
Quanto ho pianto, quanto hanno pianto anche la mia mamma e il mio papà…E quanto mi manca ancora a distanza di 7 anni…

Ingrid

 

Sissi

Il triste giorno di sabato 25 agosto 2007 la mia splendida micia Sissi e' morta aveva 17 anni ma per me e mio marito era sempre la nostra micetta.
Sapevamo che era anziana, ma vedersela morire tra le braccia e' stato straziante questa mail e' per ricordarla per cercare di fare l'ultima cosa per lei, solo adesso abbiamo trovato la forza di parlarne e' sciocco molti ci dicono che era solo un animale non e' cosi' faceva parte della nostra famiglia Sissi, pero' nel suo infinito amore ci ha fatto un ultimo regalo ha portato nella nostra vita una gattina che abbiamo trovato Minou di 2 mesi,abbiamo ricominciato a sorridere anche se non dimenticheremo la nostra piccola Sissi
 
Grazie Sissi di tutto l'amore che ci hai dato noi da parte nostra cercheremo di amare con lo stesso affetto la piccola Minou
 
......per sempre nei nostri cuori amata Sissi i tuoi amici umani Claudia e Fabrizio

Tigre e Tommasina

Due grandi amori,due grandi dolori.

Adesso sono due angeli,mai dimenticati.

Non si sarebbe potuto amarli di più…i miei dolci randagi

Annamaria

Il mondo di Leo (leoworld)

Quando nasce il 18 febbraio del 2003 il destino di Leo segnerà il suo carattere per sempre.. I suoi otto tra fratellini e sorelline purtroppo, moriranno in poche ore perchè malati, la madre (come per natura) rifiuta i figli malati contribuendo alla loro morte. L'unico che riuscirà a sopravvivere per sua volontà (la madre lo morde e sbatte continuamente da una parte all'altra) sarà Leo. Stremato dalle forze e grazie al suo già fortissimo carattere riesce a sfuggire dalla violenza naturale della madre nascondendosi dietro la tazza dell'acqua. La padrona iniziale non si accorge di nulla, crede sia morto anche lui ma per caso mi trovo li, e chiedo di poterlo curare (sento il suo piccolo respiro). Piano piano riesco a farlo riprendere grazie anche all'aiuto di mio marito. Lo scopo del Blog è quello di far conoscere innanzitutto questo splendido animale, ma anche di raccogliere pensieri, poesie, racconti di vita e tutto ciò che possa far conoscere il mondo degli animali.
http://ilmondodileo.blogspot.com

Menelicco

Lui è Menelicco era di una mia amica quando era piccolissimo è caduto dal quarto piano e si era tagliato il palato lei lo ha portato al pronto soccorso e gli ha salvato la vita.
Qualche tempo dopo Menelicco è arrivato a casa nostra con grande gioia di tutti noi, un pò meno di mia madre. E\' diventato un bellissimo gatto poi però si è ammalato aveva un tumore allo stomaco e mio padre lo ha fatto ricoverare in una clinica, mi ha lasciato tre mesi prima del mio matrimonio aveva 16 anni, gli chiedo perdono anche da parte della mia famiglia per averlo lasciato in quella clinica da solo, quando lui voleva sicuramente passare gli ultimi giorni con noi la sua famiglia che gli ha voluto un mondo di bene, e io che ero la sua padroncina gliene vorrò sempre perchè era un piccolo grande Menelicco.
A due anni dopo la sua morte nel 2005 io e mio marito ne abbiamo preso un altro si chiama Micco e a parte il colore del pelo di carattere si somigliano tantissimo Menelicco rimarrai per sempre nel mio cuore che adesso sta piangendo.

 

Emanuela

La storia di Tittino

Ciao a tutti mi presento, sono Tittino.
Sono nato ad aprile del '94, sono l'ultimo nato di una cucciolata di 3 gattini. I primi due mesi di vita li ho passati giocando con i miei fratellini e altri 3 micetti nati da un' altra gatta; finchè un giorno mi è venuta a prendere la mia mamy Cinzia per portarmi a casa sua.
I primi giorni sono stati un po' bruttini perchè sentivo la mancanza della mia mamma e dei miei fratellini, quindi piangevo spesso, ma con l'amore di Cinzia e dei miei nuovi "fratelli" Valentino, Gessica ed Alex mi sono abituato presto alla nuova casa, ed essendo stato il loro primo ed unico gatto avevo tutte le loro attenzioni su di me.
Passavano i giorni felici ed io diventavo sempre più grande e più furbetto: mi piaceva molto giocare, fare l'agguato, cacciare....ed ero molto coccolone. A 7 mesi sono stato sterelizzato e sono diventato più casalingo. La mia mamy Cinzia era molto affettuosa con me e mi dava molto amore e pure io sapevo come ricambiare il suo amore. Ero diventato un gattone di 6 Kg, sono sempre stato un gatto sano, l'unica cosa che a 2 anni sono stato operato in bocca, mi hanno dovuto togliere una ghiandola salivare perchè aveva delle piccole cisti e le cure non erano servite a guarirmi, e qualche volta ho sofferto di cistite; a parte ciò sono sempre stato in gran forma, ah! Dimenticavo....ho fatto prendere degli spaventi alla mia mamy quando facevo le lotte con altri gatti....a volte rincasavo conciato un po' maluccio. Ho passato 13 anni e mezzo felice con la mia famiglia e i momenti belli da ricordare sono molti, ero affezionato a tutti ma soprattutto alla mia mamy Cinzia (era l'unica che si prendeva cura di me in tutti i sensi) e a Gessica.
La mia mamy soffrendo di depressione sentiva proprio il bisogno di avermi vicino, e io quando la vedevo triste a piangere sul divano le andavo vicino e la toccavo con la zampina come per dirle: "Su coraggio, ci sono qua io" e mi mettevo sopra di lei e facevo "la pasta" con le zampette, lei mi accarezzava ed io mi addormentavo facendo le fusa; ogni volta che si sedeva per cucire o al computer io gli saltavo sulle gambe e volevo le coccole, pure quando si riposava io andavo sul letto e mi addormentavo vicino a lei. La mia vita è stata bella fino ai primi giorni di novembre del 2007, che mi sono ammalato di artrosi progressiva, una brutta malattia che paralizza gradatamente tutto il corpo, i primi giorni con le medicine andavo abbastanza bene, poi all'improvviso sono peggiorato, all'inizio mi si è paralizzata la coda ed avevo male in fondo alla schiena, poi si sono paralizzate le zampe posteriori e da un giorno all'altro non mi sono più potuto muovere, le medicine anche a dosi elevate non facevano più alcun effetto, la mia mamy Cinzia era disperata, avrebbe fatto qualsiasi cosa per farmi guarire, mi portava il cibo vicino alla bocca per farmi mangiare ma alla fine smisi anche di mangiare, era come se sapessi che non sarei più guarito....infatti non ci fu più nulla da fare e quella mattina del 19 novembre mentre la mia mamy mi accarezzava e mi parlava dolcemente ho capito che presto mi avrebbe tolto la sofferenza dandomi una dolce morte, la guardai con i miei occhioni dolci e le feci le fusa per l'ultima volta, poi arrivò la veterinaria e mi addormentai per sempre. Ora non ci sono più, riposo sotto una bellissima pianta di rose color viola (la pianta preferita della mia mamy) ma ho lasciato un vuoto immenso e una grande sofferenza a Cinzia e Gessica. Alla mia mamy manco tantissimo, le rimangono solo i bei ricordi vissuti insieme, ma vivrò
per sempre nei loro cuori.

 

 Cinzia

L' Imperiatrice Mahli e i conviventi Francisco e Francisca

............ la storia di Mahli, la mia piccola Super Micia, adottata all'età di 45 giorni (appena svezzata) mi stava tutta su una mano, nata il 10 aprile 2001, la mia piccina ha 6 anni e pesa 5 kgs e 200 grammi, è L'IMPERATRICE di casa.
Noi, Francisca (un'altra micia) e io (la sua mamma umana) siamo i suoi "sudditi" ubbidienti. LEI ti guarda, ti chiama, ti fa le fusa, e chiede, parla, ti dice, riesce a farti capire ciò che vuole. Ogni sua parola (miagolio) è diverso e, probabilmente  riconosco ogni miagolio perchè Mahli è con me da quando aveva 45 giorni. Mahli è un europeo, con il manto maculato, una M nera perfettamente simmetrica sulla fronte, un'intelligenza spiccata ed infinita ed un cuore immenso.  Solo un esempio, se ti vede a letto con l'influenza, si piazza di fianco, a scaldarti, senza fiatare, ti lascia dormire e riposare, capisce che non è il caso di frignare o fare capricci o chiedere qualsiasi altra cosa, e ti scruta con gli occhioni verdi, quasi a controllare come stai e sono sicura che se potesse essere in grado di preparare qualcosa di caldo, lo farebbe  ....  putroppo questa sensibilità sua sorella Francisca, non ce l'ha, infatti puntualmente viene a dare testate sotto al mento e addio riposo.
Mahli è in grado di donarmi tutto l'Amore che ha, ed è tanto. Per voi che leggete, toglietevi il preconcetto che il gatto è solo un opporturnista e non ama il suo padrone: non è vero. La mia bimba Mahli piange quando non ci sono e devo stare via per un po' di giorni a causa di lavoro; la lascio da mia mamma, io la chiama al telefono, lei sente la mia voce e annusa la cornetta e poi guarda chi è con LEI quase volesse dire "E' la mia mamma che parla da quest'affare ! Ma dov'è ? Non viene da me ? Quando torna?"  E quando torno da lei è una festa e un'esplosione di FUSA E COCCOLE TRA NOI A NON FINIRE. Mahli ha più sensibilità umana di molti altri umani, ... del resto, purtroppo in certi casi non gli animali ad essere delle bestie, alcune uomini sono delle bestie nel senso più negativo del termine.
Francisca invece è arrivata recentemente, è una piccola europea di due anni circa, manto bianco e nero, pesa 4 kgs e 600 grammi, è stata adottata al gattile del mio comune, dopo ben 2 abbandoni, e non capisco perchè ..... si "rompe" un po', nel senso che chiama sempre, per giocare, per mangiare, per uscire, ma Santo Cielo, è normale, è piccola, ha due anni .... non si abbandona un micio perchè miagola .. è la sua natura.
E così con Francisca, Mahli non è più sola e Francisca ha una compagna di giochi ....  Non lascerei le mie bambine per niente al mondo.
Poi c'è Francisco, un altro gatto europeo maschio anche lui bianco e nero, trovato piccolissimo, non sarà stato più lungo di 15 centimentri, sul bordo di una strada trafficata, alla disperata ricerca di cibo perchè affamatissimo, pieno di pulci, strillante per strada dai morsi della fame, ma ignorato da tutti i passanti, finchè ... lo abbiamo trovato noi. Portato dal veterinario, lavato, phonato, spulciato e vaccinato, ora ad anni di distanza (Franciso ha approssimativamente 5 anni) è un bel gattone maschio di ben 9 Kgs.
Un Augurio a tutti i lettori è di poter stare con i loro rispettivi amici pelosi il più a lungo possibile che la loro e la nostra vita ci può concedere; e a chi ancora un amico peloso non ce l'ha, di provare ad adottarne uno il prima possibile, perchè ? Perchè sarete AMATI, amati in modo unico.
Un saluto da Mahli, Franciso, Francisca e la loro mamma
 

Valentina

.....era una notte di primavera,erano le 01:15 circa tornavo da lavoro e percorrevo la statale adriatica Rimini-Riccione quando a centro strada vedo una busta e li vicino un gatto al che rallento, mi fermo e il gatto non accenna a spostarsi alle mie spalle arrivava una macchina lo stesso davanti a me al che accendo le 4 frecce scendo molto cautamente dall'auto e mi avvicino al gatto che non da segni di spavento, al che lo avvicino al ciglio della strada e mi accingo a spostare l'auto dal centro-carreggiata, mi  riavvicino, il gatto che mi sembra molto dolce e coccolone e cerco di capire come mai era in quella posizione  pericolosa ,al che non mi rendo conto delle sue condizioni ma decido per il momento di portarlo a casa per poi pensare il giorno dopo al suo fabbisogno. capisco che il gatto è ceco solo il giorno dopo,cerco inutilmente i suoi possibili proprietari nella zona in cui lo avevo rinvenuto per circa 2 giorni al che poi ci rinuncio e decido di adottarlo. Mi rivolgo al canile di Riccione dove ho trovato molta collaborazione. Miglolo il mio gatto ha accolto Valentina la trovatella senza tante difficoltà gli ha concesso i suoi spazi e ha rispettato la sua età , quindi la gerarchia :vale era una gatta molto vecchia e mignolo un gatto molto giovane nonostante ciò si è riuscito a convivere per un periodo breve ma intenso con molta armonia. Valentina ci ha lasciato qualche mese fa quella mattina ho pianto per ore, perchè ha aspettato che io mi svegliassi per dare l'ultimo sospiro non  potrò mai dimenticare, la sua nobiltà d'animo , la sua lealtà, la sua dolcezza, la sua sofferenza, le sue dimostrazioni d'affetto,il suo combattere con la vita nonostante non vedesse; mi manca molto la mia VALENTINA mi ha insegnato molte cose.......... luca
 

La mia storia

Ciao a tutti, mi chiamo Elena. Sono cresciuta con la mia micia, avevo sei anni quando l'ho trovata sul ciglio della strada e da allora è stata la mia compagna di giochi e studio fino a quando ho compiuto 20 anni. Ho deciso di scrivere la nostra storia per ringraziarla perchè con lei ho imparato ad essere responsabile, ad amare incondizionatamente chi mi sta vicino e soprattutto ho imparato a conoscere il valore dell'amicizia. Lei mi era sempre accanto, capiva quando ero triste e si avvicinava silenziosamente, si metteva sulle mie ginocchia e mi faceva le fusa allungando il musetto fino al mio viso. Mi bastava guardarla per tornare a sorridere perchè in fondo i suoi occhioni mi mettevano serenità. Sono sempre stata una gran studiosa e lei stava sempre con me sui libri, alle due quando tornavo da scuola mi aspettava alla fermata dell'autobus e tornavamo a casa insieme, quando andavo a fare la spesa nel negozio vicino a casa mi seguiva e mi aspettava fuori dalla porta, insomma ovunque fossi lei era con me. Abbiamo passato delle giornate meravigliose insieme ma purtroppo ci sono stati anche dei momenti difficili, è stata colpita da una malattia che non le ha lasciato scampo. Negli ultimi mesi l'ho vista spegnersi fino a che non potevo tollerare oltre di vederla soffrire e ho dovuto prendere la decisione più difficile della mia vita: ho dovuto lasciarla andare. Anzi forse avrei dovuto farlo prima ma il mio egoismo mi ha impedito di farlo anche per questo le voglio chiedere scusa.
Ho pianto tanto, non riuscivo a riconoscere la casa perchè in tutti i miei ricordi d'infanzia nella mia vera casa c'era lei, mi sembrava di vederla sbucare da ogni angolo e mi piaceva illudermi che lei ci fosse ancora dietro la tv, il suo nascondiglio preferito. Per molto tempo sono stata triste i miei hanno insistito per prendere un altro micio ma non ho voluto saperne, mi sembrava di tradirla. Poi un giorno, per caso, una signora vicino  a casa mia mi ha detto che la figlia aveva intenzione di uccidere 3 micetti nati da una gatta randagia che sfortunatamente ha scelto la sua cantina per darli alla luce. Non so cosa mi è preso ma senza pensarci ho preso la macchina, sono andata da questa, chiamiamola persona, e ho preso questi tre micini. Li ho accuditi, avevano appena 3 settimane e li ho cresciuti riscoprendo delle emozioni che credevo di aver perduto. Oggi hanno 2 anni e sono il mio tesoro più prezioso, li amo follemente e non riuscirei mai a staccarmi da loro. Non solo, sei mesi fa è arrivata una nuova micina, l'ho trovata nella spazzatura, era molto malata e tutta insanguinata, ovviamente l'ho curata ed oggi è la mia streghetta: guai a chi me la tocca!
Tuttavia non ho mai smesso di pensare alla mia amata micia, spesso la notte sogno di averla ancora al mio fianco e mi manca molto, ma c'è un'altra cosa che ho imparato in questi anni: nonostante l'immenso amore che i nostri amici ci offrono arriva il momento in cui dobbiamo dirgli addio ma non è giusto far pagare agli altri il nostro dolore. Pensavo di non avere più nulla da offrire invece oggi ho 4 splendidi amici che mi dimostrano ogni giorno la loro lealtà, hanno fiducia in me e sopratutto mi danno tanto affetto. Sono tornata ad essere felice e non potrei essere più ricca!
 
 

Bongo

Bongo sei il gatto
più tenero del mondo            
e con questo visino sei proprio un
bel micino    
Ami le carezze
diventi matto quando ti gratto le
orecchie
anche se sei ancora piccoletto agli altri gatti sai incutere
rispetto
e senza chiedere nulla di speciale ti lasci abbracciare
quando
mi guardi con quegl’occhi furbetti mi scaldi il cuore
tutto sembra più
bello da quando sei diventato come un fratello.
Bongo ti voglio
bene!!!!

Daniela
 

Lulù

Sei entrata nella nostra vita nel dicembre 1991, eri così piccola, ma già così piena di vita e così fiera! Eravamo noi quelli frastornati e confusi dal tuo arrivo, non tu, come  ci cercavi..  Ricordo una delle prime mattine, mentre dormivo sentii un piccolo esserino tranquillamente passeggiarmi sul  viso e delicatamente annusarmi la faccia!! Oh Lulù quante ne abbiamo passate insieme!! Ricordo quanti salti ti facevi su e giù per l'armadio, ricordo quando ti affacciavi al balcone, posandoti  sopra uno sdraio, ed osservavi le persone che passavano.. Ricordo i nostri giri in bicicletta, tu seduta sul cestino che annusavi l'aria e scoprivi il mondo.. E quando rientravamo in casa e tu ci correvi incontro ansiosa di vederci.. i tuoi saluti che non erano miao ma quasi ciao, se tu avessi potuto.. e le nostre dormite con la faccia vicina e tu che mi stringevi con tutta la forza che avevi quando ti abbracciavo.. Lulù, indimenticabile Lulù, ci hai accompagnato momento per momento per sedici anni e mezzo, fino alla fine dandoci un esempio di coraggio e di forza,nel momento del dolore.. a te che avevano dato solo un mese di vita, a te che hai lottato per quasi un anno,  a te che te ne sei andata posata sulla tua cestina, a te  per tutto quello che ci hai dato. A te Lulù dedichiamo tutto l'immenso amore che abbiamo dentro.. Ci rincontreremo in un mondo pieno di gioia e di amore e lì potremo stare tutti insieme per sempre... Grazie Lulù.

Mamma, Marianna e Marco

Tomo

Buonanotte Tommy. grazie per questi 16 meravigliosi anni nei quali siamo cresciuti con te e che ci accompagneranno sempre. Grazie per aver insegnato ai miei figli ad amare gli animali, a rispettarli, a capirli. Grazie per tutto. Con te non sono mai stata veramente sola.
 

Monica

.....il mio gatto mi illumina e illuminerà il mio kammino kome lo sta facendo ora il mio fidanzato
 

Micia

Spero di vedere presto pubblicata la storia e le foto della mia piccoletta che giorno 26 giugno è volata nel Paradiso dei gatti lasciando un vuoto immenso e tante lacrime.
La mia gatta si chiamava Micia, un nome strano forse ma quando 8 anni fà veniva a farmi visita a casa era il primo nome che mi era venuto in mente. In questi anni ha avuto tanti nomignoli e lei li riconosceva tutti come suoi nome...forse perchè bastava che sentisse la mia voce e il tono che avevo per capire che parlavo con lei. Piccola, piccoletta, teppista, Micia..... sempre lei e era bellissima la mia gatta aveva un faccino stupendo e un caratterino.....
Era una gatta fortunata, viveva un pò in casa mia, un pò su a casa di mia madre un pò per strada...non si faceva mancare proprio nulla. La cosa stupenda è che conosceva gli orari in cui tornavo a casa e mi aspettava, conosceva il rumore della macchina e mi veniva incontro sempre che non avesse troppo caldo o fosse troppo stanca...in tal caso restava stesa a terra a sonnecchiare ma se la chiamavo e sbatteva la coda per farmi capire che aveva sentito ma che era troppo stanca per venire da me.
La mia gatta me l'hanno investita davanti casa mia, una macchina che correva davvero tanto, lei si sentiva padrona del territorio cacciava tutti gli altri gatti ma quella maledetta macchina.....
Ha urtato tanto forte la testa ed è rimasta a terra, quando sono andata vicino a lei e le ho appoggiato le mani sul fianco ha mosso il pelo come fanno i mici e poi è volata via......
E' stata sfortunata ma nella sua sfortuna è morta da principessa e con dignità in silenzio come in silenzio e piano piano aveva preso un posto immenso nel mio cuore, è morta con chi le ha voluto bene vicino ad accompagnarla piangendo verso la sua nuova avventura.
Mi manca, mi manca tanto da togliermi il fiato...continuo a guardare le sue foto e a piangere, una compagna, una piccoletta che era speciale per me in ogni cosa.
Non l'ho affidata a nessuno neanche quando 3 anni fà sono diventata allergica al pelo dei gatti..io ho continuato a volerla con me, ad accarezzarla contro il volere di tutti e poi a correre a prendere le medicine e mettere il collirio....l'ho amata e l'amo e non la scorderò mai...
Micia ti voglio bene, grazie di aver scelto la mia casa per vivere...spero tu sia stata sempre felice con me.
Spero tu non abbia sofferto e non abbia avuto paura mentre andavi via,  io ero lì accanto a te spero tu sia riuscita a sentirlo.....
Un bacio piccoletta

Mina

Amore Tino

Amore Tino è il mio gatto. Scrivo così anche se da due mesi mi ha abbandonato   ed è andato a vivere in una colonia felina poco distante. Ha vissuto con me quattro anni, poi lo scorso 6 agosto si è allontanato e non è più tornato. Ho scoperto dove era per caso, vedendolo di sfuggita mentre lo cercavo disperata per la campagna.

L’ho chiamato ripetutamente, usando tutti i nomignoli che lui ben conosce: niente da fare. E’ scappato via, come se fossi un’estranea.

Tino è un gatto non castrato e forse si è fidanzato ed è rimasto con la sua gattina. Chissà! Oppure si è ingelosito del gatto nero, vecchio e ferito, che ho raccolto un anno fa e che gli è sempre stato antipatico. Però in casa stava solo lui, lui aveva tutte le coccole e il mio affetto! Mi sto facendo tante domande, da essere umano: lui però è un gatto, e davvero non so cosa può essergli passato per la testa.

Spero sempre che torni, che un giorno si ricordi chi sono e dove sono.

Due/tre volte la settimana vado alla colonia e lo chiamo: qualche volta lo vedo, qualche altra no. Mi sembra in ottima forma, anzi addirittura più bello e come cresciuto. Scappa sempre via , anche se al primo richiamo volta la testa e mi guarda.

Mi sento abbandonata, come un animale lasciato in mezzo alla strada da un padrone crudele.

 

La mamma di Tino(Isabella)

La dolce morte di una gatta (Giovanna)

L’ho portata da coloro che più di

me sanno,

verso la via, contraria, del

trapasso,

per toglierla dai dolori che la

struggevano.

L’ho consegnata, angosciato,

alle loro mani,

per poi riprenderla

pietosamente,

ormai proiettata nel lungo

sonno.

E’ stato un atto

d’amore, un intenso rispetto,

ho avuto pietà per questa mia

creatura,

strappandola, ormai consumata,

alle tiranniche sofferenze.

Mentre assistevo sconsolato,

come in uno specchio,

mi son visto piangere poiché,

sapevo che lei,

costretta, mi lasciava.

Ormai libera dalle catene degli

affanni, riposa,

ed io accanto a lei mi do pace…

non respira più il martirio della

sue pene, delle sue paure

inflitte dal dolore senza tregua,

all’ultima stasi.

Forse non sarai ospite dei verdi

pascoli del cielo,

ma abbracciata riposerai serena,

in compagnia

ove dormono per sempre

innocenti creature.

Come per te, lascerò aperte le

praterie per accoglierle

con i loro bisogni insoddisfatti,

mai appagati.

Leopoldo De Persio 24.04.2007



Il gatto di San Domino

San Domino, isola dell’arcipelago delle Tremiti.

In cima al colle c’è la classica piazza ove passare qualche momento di relax.

C’è la banca, una casa gialla con luogo di culto tipo negozietto, un wine bar e quattro bar.

Al centro della piazza un bello slargo con una meridiana al centro ed un decina di panchine tutte disposte all’intorno.

A spasso ci sono due tre cani ed un gatto.

Si guardano, ma si conoscono, non si attaccano.

Quello che invece stupisce è il gatto.

Un bel persiano grigio perla, bel pelo, coda un poco arruffata!

Di una fiducia e bontà incredibile.

Si avvicina a chiunque, bimbi agitati compresi, si fa accarezzare e coccolare da tutti.

Non è padronale, ovvero non si è scelto alcun padrone, ma si è scelto la piazza.

Lo trovi li a tutte le ore e oltre a qualche carezzina, accetta il pezzetto di pane, il gelato, la patatina, o quel che capita.

Da noi, dopo avere assaggiato prosciutto e formaggio degli aperitivi al wine bar, ha rimediato un bel pezzo di pesce avanzato a Stella dal ristorante.

Qualcuno lo chiamava tigre, ma di tigre non aveva nulla!

Mai visto un gatto di strada così dolce e affettuoso!

Egoisticamente, veniva voglia di portarselo a casa.

Beh: spero che non trovi qualche bastardo sulla sua piazza!

Flavio Maraldi

Morgana

"Ciao sono Morgana io adesso sono in Paradiso. La mia mamma Silvana mi ha trovato 6 anni fa su un tetto e nonostante soffrisse di vertigini ha camminato sulle tegole per venirmi a prendere. Ero piiiiiiiiiiiiiiiccola. Mamma mi diceva sempre che ero speciale. Mi portava in vacanza (nella foto sono sull'albero del giardino). Adoravo i chupa chup panna e fragola, soprattutto la panna.

 

Ero bella vero??? Purtroppo siamo state poco insieme."

"Ciao piccola Morgana, ti ho amato più di me stessa.

La tua mamma Silvana

Tommy

Tommy si è addormentato a giugno ma mi sembrava di sentirlo, di vederlo ancora. è stato con noi sedici anni. sedici anni nei quali ha accompagnato i miei figli e me sempre con lo stesso dolcissimo affetto. la sua mancanza era forte e mi faceva stare malissimo così che un sabato mattina i miei meravigliosi figli mi hanno accompagnata al gattile dell'enpa di Modena. dovevamo amare un altro gatto e farci amare da lui. E lui ci ha scelti perchè appena entrati si è attaccato alla gabbietta lui così piccolo con una forza così grande chiamandoci con miagolii che sembravano suppliche..... così Gil è diventato il nostro gatto. un meraviglioso gattino grigio di 5 etti. Amato fin da subito non solo da noi ma anche dal nostro cane corso Sabor che dopo la morte di Tommy non giocava più, lo cercava continuamente..... dopo un paio di mesi tornando dalla spesa carica di sporte un gatto rosso identico a Tommy è uscito da sotto un'automobile, magro, sporco, con lo sguardo implorante. Mi ha seguita fino a casa e i suoi miagolii erano urla. Gli ho dato da mangiare, da bere e gli ho preparato una cuccia per la notte..... ma se ne è andato. Ho pensato a lui tutta la notte....e anche i miei figli. Decisione: se tornerà sarà nostro. La sera dopo si è presentato davanti alla porta della cucina con il suo musetto implorante, abbiamo aperta la porta e lui è entrato. E non è mai più uscito. Se non lo avessimo curato sarebbe morto perchè aveva una grave infezione e la febbre alta, i miei figli lo hanno accudito e giorno dopo giorno si è ripreso. Ora abbiamo due gatti, Gil e Axel. e Sabor che adora entrambi. Sono sicura che Tommy ci vede ed è contento perchè è stato lui che ci ha insegnato ad amare così.
 

Monica

Principe

Ho 18 anni. Il mio gatto si chiamava "Principe" ora racconto la sua breve storia.........
Tutto ebbe inizio un pomeriggio di fine inverno, quando mi recai in cantina per cercare degli attrezzi, sentii uno strano rumore provenire da una cesta di legno, un pò spaventata mi avviai per guardare e vi trovai la mia gatta "Stifly"con quattro gattini tre bianchi e uno grigio. Io ho sempre amato gli animali e penso che li amerò sempre, quella era la mia occasione per far capire sia alla mia gatta che ai gattini che potevano fidarsi di me. Poichè ore dopo tre gattini morirono, ne rimase solo uno.
Passarono i giorni e io mi davo da fare per accudire il "sopravissuto", pian piano i suoi occhi si aprivano e iniziava a vedere quello che gli accadeva in torno ma soprattutto iniziava a vedere me.
Trascorsero i minuti le ore i giorni e il gattino cresceva a vista d occhio era vispo sempre giocherellone gli piaceva farsi leccare dalla sua mamma, rotolarsi sul tappeto, ma la cosa che gli piaceva di più era farsi coccolare da me, più lo guardavo più capivo che il nostro rapporto cresceva, lui mi cercava io lo cercavo eravamo sempre insieme.... Lo chiamai PRINCIPE perchà lui era il principe del mio cuore.
I mesi passarono e Principe diventava sempre più bello, notai anche un particolare, i suoi  occhi avevano due colori diversi uno era verde l'altro era azzurro, amavo ogni suo lamento, ogni sua fusa amavo tutto di lui, per me era un periodo difficile  ma lui era li. Quando il mio ragazzo veniva a trovarmi lui era geloso gli faceva i dispetti delle volte andavo da lui a dormire e la mattina quando mi riportava a casa Principe riconosceva il rumore della macchina e mi veniva incontro.... ci facevamo sempre un sacco di coccole. Principe compì un anno quando una mattina apri la porta di casa per dare da mangiare ai miei animali ma lui non cera lo cercai lo chiamai, andai nel bosco per vedere se magari era ferito o intrappolato invece nulla aspetti la sera ma invano, passarono tre giorni io ero triste non riuscivo a immaginarmi la mia vita senza di lui avevo perso le speranze quando lo vidi arrivarmi incontro con degli occhietti tristi di chi sapeva di aver sbagliato....... Non fummo felici per molto circa un mese dopo se ne andò lasciandomi sola, lasciando dentro di me un vuoto immenso  che nessuno era in grado di colmare.
Sono passati ormai otto mesi da quando se ne andò sono legata al suo ricordo non smetto un istante di pensarlo era il mio angelo custode il mio bambino, penso che non amerò mai più un altro animali come ho amato lui ogni tanto mi affaccio al balcone e guardo la stradina che porta nel bosco e lo immagino arrivare trottolando verso di me vorrei rivederlo solo per sapere che c'è e magari guardarlo negli occhi e trasmettergli quanto mi manca, ma penso anzi sono convinta che nel profondo lui non mi a dimenticata magari era arrivato il suo momento o magari è in un altra famiglia sò che da maggio non l' ho più rivisto... Un giorno ho preso il mio cane e sono andata nel bosco nel mio posto segreto dove lui amava rincorrermi e ho scritto un biglietto che diceva:"SEI ENTRATO VELOCEMENTE NELLA MIA VITA E VELOCEMENTE TE NE SEI ANDATO MAGARI ORA SEI PIU' FELICE DI QUANDO ERI CON ME, MA SPERO DI AVERTI TRASMESSO QUANTO TI AMAVO E CHE PER ME ERI SPECIALE. NON TI DIMENTICHERO' MAI NON DIMENTICHERO' LE TUE NANNE SUL DIVANO I TUOI OCCHIONI SEMPRE VISPI NON DIMENTICHERO' LE NOSTRE NANNE SOTTO LE COPERTE MA CE UNA COSA CHE FORSE NON DIMENTICHERO' MAI QUELLA VOLTA CHE TI ERI ADDORMENTATO SUL MIO PETTO E SENTIVO BATTERE IL TUO CUORICINO COSI PICCOLO E DENTRO DI ME DICEVO MAGARI IN QUEL CUORICINO CI SONO IO.
ADDIO PRINCIPINO MIO TI VOGLIO BENE SARA" Poi il biglietto l'ho bruciato così raggiungerà la sua anima.
Ecco questa è la storia di Principe spero pubblichiate la sua storia non tanto per me ma per far capire a chi legge che gli animali hanno un anima e sono loro a sceglierci. Loro sono la luna e noi un universo di stelle dovrà scegliere quella che brilla di più

Sara

Ai nostri amati Tati

Quello che mi hanno dato, quello che ricevero' ogni domani e quello che tutt'ora mi stanno dando, e' l'immensa pienezza della vita. Musetto dalle mille espressioni....... affettuosi solo quando lo vogliono loro e perfetti incantatori per ottenere cio' che vogliono, senza il bisogno di barattare, perche' sicuri del loro essere dominante. Ci hanno adottati dal primo momento..... e pensare che mia moglie era molto dubbiosa di accoglierli nella nostra vita, che sembrava perfetta, ma era solo l'inizio di una svolta alla serenita' e alla pace dei sensi. Si rincorrono come due pazzi e si nascondono nei posti piu' impensabili, pronti a balzare fuori con agguati e scatti da perfetti felini. Abbiamo due bambini pelosi in casa nostra, ma a volte e' come se ne avessimo 10, con il pelo che perdono di continuo dal loro folto manto.... ma questo e' niente ed insignificante rispetto a cio' che riescono a darti. Pupillo del papa' e' il nome del mio primo coinquilino....ci siamo catturati, guardati negli occhi e subito innamorati (come non si poteva innamorarsi di quegli occhi azzurri grandi come due lampioni?). Aveva 7 mesi al tempo ed in mezzo a tanti suoi simili era quello spamparazzato in una cesta di vimini, inciambellato nella sua siesta, indifferente agli sguardi delle persone che cercavano un compagno di vita. Gli altri invece con il musetto erano spiaccicati contro la vetrata che li separava dal mondo esterno, e si mettevano in mostra in tutto il loro splendore per farsi notare...... Era come percepire delle frasi “prendi me”, “no scegli me”, “ guarda qui, ci sono anch'io”....... Li avremmo scelti tutti, ma le circostanze al momento non ce lo permettevano. Ancora oggi dopo 3 anni trascorsi intensamente, non facciamo altro che parlare di lui, perche' ogni giorno ci riempie di sorprese. I nostri discorsi sono spesso improntati sui nostri Amori e non ci stanchiamo mai di parlare di loro e di ripetere le stesse cose, come si fa con i bambini. Erano mesi che io e mia moglie eravamo intenzionati ad adottarne un altro. Alla ricerca di un secondo coinquilino, ci apparve sullo schermo del pc la foto di un cucciolo di 3 mesi. Ci guardammo e con il solo sguardo decidemmo per Tyson. Era il nome di quell'adorabile batuffolo. La tensione di quella sera in cui dovevamo strapparlo dalle braccia dell'allevatrice, palpitava nei nostri corpi. Era di venerdi', c'era traffico quella sera e sembrava di non arrivare mai. Tornando alla decisione dell'adozione di quest'ultimo, era per il semplice motivo che pensavamo che il nostro Pupillo si sentisse solo durante le nostre assenze e che avesse bisogno di un suo simile per trascorrere la giornata. Finalmente in tarda serata arrivammo dalla sig.ra Elena l'allevatrice, con l'ansia e la voglia di vedere il nostro piccolo Tyson. Ce lo porto' addormentato, con delicatezza lo misimo nella cesta e ci affrettammo per il ritorno perche' la voglia di presentarlo a Pupillo era tanta. L'impatto, la curiosita', varcata la soglia di casa e' stato al primo istante basato su annusate da parte di Pupillo. Il piccolo Tyson era molto disorientato, e la sig.ra Elena ci aveva anticipato che avrebbe pianto tutta notte ….. e cosi' fu. Non trascorsero due ore e subentro' la gelosia di Pupillo, la sua espressione si fece cupa, divento' triste e cadde in depressione che duro' per diverso tempo. Al contrario, Tyson cercava affetto da lui e continuava ad avvicinarsi e sdraiarsi accanto, ma all'impatto il nostro Pupillo si allontanava infastidito come se non lo accettasse nel suo nucleo. Passarono due mesi e dopo varie e tante insistenze, Tyson riusci a farsi accettare o viceversa Pupillo si rassegno' al fratellino. Sono sempre le 4 del mattino quando il Pupillo di papa', viene a svegliarmi in cerca di coccole e lo fa in un modo delicato: si appoggia con la sua testolina sul cuscino e mi tocca il viso con i polpastrelli, come se mi facesse capire che vuole essere accarezzato, e parte la sinfonia delle fusa che mi accompagna fino alle 6, l'ora in cui mi alzo. A differenza di Tyson, che ogni mattina lo devo cercare incuriosito, per scoprire dove ha trascorso la notte. Anche lui alle mie carezze mi dedica un concerto di apprezzamento. Gli cambio l' acqua e preparo a loro delle gustose pietanze, tra miagolii e con la frenesia di gustarseli. Se pensate che il rito sia finito.... vi sbagliate, perche' poi tocca a mia moglie. Ma ripeto cosa non si fa per questi due angioletti. A differenze di noi loro non mentono mai, ed il loro affetto e' puro sincero e trasparente. Ho la piena certezza che noi semplici mortali abbiamo ancora tanto da imparare. Viviamo tutti insieme in un appartamento molto spazioso e naturalmente hanno accesso a tutti i locali, e non solo........ per nostra fortuna al piano di sotto vivono i nostri cognati, gli zii dei nostri micioni. Ne sono entusiasti e non dicono mai di no quando li portiamo da loro, anzi senza portarli perche' la strada gia' la conoscono e ci vanno da soli . A volte ce li rapiscono e devo ammettere che in quella circostanza provo sensazioni di gelosia. Quando il tempo lo permette carico i miei gattoni in auto, e per la loro comodita' ho soppalcato il baule all'altezza dei finestrini, per fargli vedere bene il panorama, e devo dire che sono incantati da quello che vedono, perche' le loro palpebre sono aperte come delle saracinesche. All'arrivo della bella stagione li portiamo al parco. In un primo tempo con il guinzaglio e quando siamo al centro del prato li liberiamo senza il pericolo che scappino....... anzi ci camminano a fianco mentre percorriamo tutto il sentiero, e se corriamo lo fanno anche loro. Magari chi lo sa cosa gli passa per la mente? Che ci vogliamo forse sbarazzare di loro...... non credo proprio. Ma visto che in casa sono un po' dispettosi, quando posso contraccambio volentieri. Ricordo l'estate di 2 anni fa quando siamo andati al mare e con noi anche il nostro Pupillo. Era bello vedere lo stupore di Pupi nell'osservare le onde infrangersi sulla spiaggia e scomparire nella sabbia. A volte mi domando se i miei gatti sono felici o se preferiscono invece vagabondare senza una fissa dimora. Purtroppo non potro' mai saperlo e restera' sempre per me una domanda. La sera quando torno a casa dopo una giornata intensa di lavoro, la cosa che mi da piu' sollievo e un immediata freschezza mentale, e' il vedere quei due simpaticoni, che appena messo il piede in casa mi vengono incontro e non esitano a farmi le feste con coda alta e gobbe a non finire. Sono sempre piu' convinto che e' pura sincerita', perche' ogni giorno si comportano allo stesso modo, senza il minimo dubbio. Ho dedicato questi frammenti di racconto ai miei due amiconi per la vita perche' con poco e niente riescono a farmi sentire orgoglioso e,anche a loro in realtà basta poco per sentirsi amati.

Pupillo Tyson Papà e Mamma

Cleo e Rosko

Ciao sono Lara da Belluno.
Volevo raccontarti la storia d'amore tra la mia gatta Cléo e Rosko il mio cane bastardino.
Lui già da un anno faceva parte della famiglia,lei scelta tra cinque bellissimi Siamesi perché mi soffiava. Figli di gatti di razza.Dopo poche settimane però presentava caratteristiche diverse da tutti i suoi fratelli, il pelo era lungo lungo morbido fitto e lanugginoso e la coda,attorcigliata come una spirale,con il pelo così lungo,pareva un piumino per la polvere.
Portata a casa,alla prima annusata si innamorò di lui e viceversa.Così per due anni erano una continua coccola leccate e fusa.Ma sempre di nascosto,perché appena Rosko si sentiva guardato faceva finta di niente girando il muso di qua e di la quasi volesse nascondere l'affetto che provava. Un bel giorno però la natura fece il suo corso e Cleo,con tutti i pretendenti che aveva attirato intorno a casa,rimase in cinta.
Il giorno del parto fu bellissimo!!Rosko era sulla sedia a dondolo e la gatta ci si sdraiò proprio sopra.
Di li a poco lui capì che cera qualcosa che non andava e tagliò la corda.Quando però si rese conto che dalla gatta non uscivano dei piccoli Roskini ma bensì dei gatti,si sentì profondamene tradito e da quel giorno ogni volta che Cléo prova a fargli delle coccole lui la caccia via.Le vuole ancora bene ma non l'ha ancora perdonata.
Si dice che i siamesi si affezionino solo ad un membro della famiglia,in questo caso lei ha scelto Rosko!
Grazie mille
Saluti dalla vallata delle Dolomiti 

Lara

Shila e Billy

Mi chiamo Veronica ho 28 anni e vivo a Pisa fin da quando ero una bambina ho sempre avuto la passione per gli animali in generale e per i gatti in particolare, in questi anni ho avuto molti momenti difficili a livello personale ma la presenza dei miei 2 ANGELI pelosi mi ha aiutato sempre a superarli.
Shila è arrivata nella mia vita come un uragano :Era il 2005 studiavo all' università e una mia carissima amica ,animalista convinta come me, mi chiama disperata perchè aveva trovato per la strada una gatta randagia con 4 gattini appena nati chiedendomi di prenderne almeno uno .Io nonostante gli iniziali dubbi, visto che non vivevo da sola , ho deciso di aiutarla e di addottare un trovatello. Quando sono arrivata si era appena consumato un dramma , la mamma dei micetti era appena scappata lasciandoli soli e senza latte allora io e la mia amica ci siamo fatte coraggio e tenendone 2 a testa ce ne siamo occupate come fossero dei neonati .Abbiamo comprato il latte specifico ,i biberon e li abbiamo tenuti al caldo , ogni 3 ore notte e giorno li abbiamo allattati con amore , successivamente li abbiamo svezzati con calma seguendo i consigli del veterinario per non rischiare di compromettere il loro intestino delicato.Sono stata molto fortunata perchè la mia coinquilina è stata molto carina e mi ha aiutata moltissimo addirittura a trovato casa al fratellino di Shila in una famiglia sicura e amorevole.Mi sono innamorata al primo sguardo della mia cucciola era un batuffolo che stava in una mano miagolava pianissimo e mi guardava con i suoi occhioni azzurri , ero spaventatissima all' idea che potesse non sopravvivere e ho dato alla mia micetta tutte le attenzioni possibili. Shila è cresciuta bella e sana per fortuna e mi ha seguita quando sono andata a convivere con il mio fidanzato, che poi è diventato mio marito, e da sempre è la regina incontrastata della casa , abbiamo un rapporto meraviglioso io la abbraccio e lei ricambia con affettuose testate sulle guance , io la chiamo e lei mi risponde con il suo dolcissimo "RRR".Senza di lei la mia vita non sarebbe stata la stessa!!!

La supremazia di Shila in casa è stata turbata nel luglio del 2007 quando io e mio marito abbiamo sentito un miagolio disperato per la strada ....Proveniva da una macchina in sosta il micetto era rimasto incastrato nel motore dell' auto e chissà da quanto era lì........Io e mio marito ci siamo adoperati per tirarlo fuori chiamando i pompieri e cercando il proprietario della macchina .. dopo vari tentativi finalmente abbiamo trovato il modo per farlo uscire dal motore e per evitargli una morte sicura .All' apertura del cofano è spuntato un musetto buffo di circa un mese denutrito sporco e spaventato, sguardo di intesa con mio marito e in un attimo era già dei nostri !!!

L' abbiamo portato in casa nostra e da allora il nostro Billy è cambiato moltissimo , è ingrassato , forse anche troppo, abbiamo curato le sue ferite sia quelle fisiche che quelle dell' anima ,perchè mettiamocelo in testa gli animali hanno un anima ,e è diventato il fratellone affettuoso di Shila. La convivenza inizialmente non è stato semplice ma ora Shila e Billy condividono tutto e si fanno compagnia , come i fratelli a volte litigano, a volte giocano, e spesso sono gelosi l' uno dell'altro , ma l'affetto c'è e si vede ! La nostra famiglia è unita e felice e nell' attesa di avere presto un nostro piccolo cucciolo d'uomo che completi la nostra vita ogni giorno che passa io e mio marito Roberto ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati a vivere con queste 2 creature così dolci e così speciali .

 
Grazie Shila e Billy
 
Veronica (Pisa)

Veronica

Cicina

Eri in mezzo a quel prato verde, piccolina... sola, con quegli occhietti cisposi, con quel brutto rantolo mentre respiravi, un po' rossiccia, un po' nera; ti ho presa in braccio ed hai cominciato a fare le fusa. "Devo curarla", ho pensato, e ti ho portato in clinica, ma non volevo tenerti, ti ho lasciata lì per quella notte, che ti curassero, e poi ti avrei restituita al tuo prato. Ma la notte non ho dormito; Francesca, ti avevo chiamato, non so perché. E poi il giorno dopo sono andata a riprenderti, ho comprato tutto, ciotoline, lettiera, tanta pappa... volevo curarti io, volevo tenerti con me. E' iniziata così, nel caldo luglio del 2008, la nostra dolcissima storia d'amore. Sei cresciuta, Cicina, sei diventata una splendida panterina nera. Poi, a gennaio di quest'anno, quel brutto e assurdo incidente, impossibile a raccontarsi: per la gioia di vedermi tornare a casa dopo una giornata di lavoro sei piombata all'improvviso da dietro tra i miei stinchi e ti sei spezzata il femore. Le mie lacrime e le mie urla, tu ingessata, forse ti dovevano, operare, forse no... ma purtroppo il gesso non è bastato e così l'operazione, con due chiodi infilati nel femore. Ti ho dovuta tenere a casa con il collare elisabettiano per lunghi giorni, ma tu eri sempre dolce ed affettuosa con me, la notte mi hai sempre dormito vicino. Sei stata buona e paziente, tesoro mio. Ancora un'altra operazione a maggio, per togliere i chiodi. Ora pieghi benissimo la zampina e sei una meravigliosa piccola pantera vellutata che gioca e scherza con me e non mi lascia mai sola. Hai illuminato la mia vita, piccolo tesoro e non smetterò mai di ringraziarti. Sei la mia stella, il mio sole, ti auguro sempre ogni bene. Ti voglio un bene immenso, Cicina mia. La tua sorellina.
 

Silvia

Ieri è morto il mio gattino di appena 25 giorni; lui aveva altri 4 fratellini ma per motivi a noi ancora oscuri non sono riusciti a vivere e sono deperiti a poco a poco. la mamma non li guardava più e l'ultimo, Simo, era il più forte, il più coraggioso ed era bellissimo! dormiva con me e mi faceva le fusa tutto il giorno, ero pronta a sostituire la mamma e a curarmi di lui a costo di non dormire la notte. ma purtroppo non è riuscito a salvarsi, la malattia era troppo forte e lui troppo piccino. mi manca tanto...ti mando un bacino mio adorabile micetto! la tua tomba sarà il mio cuore
 

Desiree

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